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venerdì 9 febbraio 2018

Recensione: La cercatrice di corallo, di Vanessa Roggeri

| La cercatrice di corallo, di Vanessa Roggeri. Rizzoli, € 18, pp. 318 |

Ci sono autori che, romanzo dopo romanzo, diventano amici del blog. Ci sono appuntamenti in libreria che, anno dopo anno, aspetti. Vanessa Roggeri, conosciuta con l'apprezzatissimo esordio Il cuore selvatico del ginepro e felicemente ritrovata l'estate successiva alla presentazione di Fiore di fulmine, è decisamente una di questi. Cresce, cambia – editore, questa volta, passata da Garzanti a Rizzoli, ma meta mai. Un altro viaggio alle origini, perciò, in quella Sardegna del passato che fa un po' da terra a sé. Tradizioni vetuste ma irrinunciabili, la legge dell'onore e del taglione da applicare in privato, un mare splendido e crudele che elargisce e affama. Fra la costa e l'entroterra, dopo averci raccontato i marchi del pregiudizio e quelli della tempesta, l'autrice cagliaritana lascia consumare le piccole e grandi tragedie della famiglia Derosas: protagonista di una guerra civile prima per odio, poi per amore. Nel primo dopoguerra, Fortunato e Dolores, l'inconsolabile vedova di suo cugino, si sono giurati eterna inimicizia. Il primo: orgoglioso coralliere legato alla terra e alle onde, a un denaro che non compra tutto. L'altra: mamma di otto figli e di campi infecondi, in cerca dell'aiuto economico che il parente acquisito le nega e della giusta occasione per riscattarsi. Il denaro, diceva l'imperatore Vespasiano, non puzza. Così Dolores, personaggio di straordinaria tempra morale che ruba con poco la scena agli altri, fa fruttare il guano di una miniera invasa dai pipistrelli improvvisandosi imprenditrice di successo. Non dimentica. Sottrae i figli alla fame, li allena alla rivalsa. Del secondogenito, Achille, fa uno strumento di vendetta. Deve sedurre e abbandonare Regina, la figlia illegittima dello storico rivale. Una diciassettenne tutt'uno con il cielo e la natura, che ha un fiuto speciale per i coralli e quasi le pinne ai piedi. L'adorata Regina, magica vedetta sulla coralliera di Fortunato, si innamora inevitabilmente dello straniero. Un ragazzo che legge fino a farsi venire le febbri e l'ispirazione e che, nonostante un apprendistato mirato all'annientamento, sa amare a sua volta.

Io sono il mare. Il mare è in me.

Le lettere tracciate sulla sabbia e appuntamenti fugaci su una spiaggetta inaccessibile saranno l'alfabeto segreto di due amanti con le stesse antipatie di Montecchi e Capuleti e, soprattutto, lo stesso cognome. Per imparare a leggere. Per imparare a nuotare. 
Il rischio c'era, accentuato dalla discutibile copertina rosa confetto: per fortuna, però, Vanessa Roggeri sa come non finire alla deriva in una regata di melassa. Ben scritto, dettagliatissimo, il suo ultimo libro ha un faticoso lavoro di ricerca alle spalle e un intreccio romanzesco, shakespeariano, che tuttavia non regala svolte inattese. In un romanzo con sentimenti da dramma in musica, con ambientazioni d'altre epoche, la forza della prima parte deve purtroppo fare i conti con la prevedibilità della seconda. Troppi soliloqui enfatici tra sé e sé, dialoghi non sempre all'altezza della perfezione della ricostruzione storica, personaggi che sbucano macchinosamente ora per trattenere i novelli Romeo e Giulietta, ora per tentare di separarli.

Il mare toglie, ti strappa anche l'anima, ma prima o poi ti ridà il doppio.

La loro storia è scritta nelle stelle, le contraddizioni di questa terra sono già state belle che rievocate negli affreschi storici precedenti, ma l'eleganza dell'autrice – riletta con la solita attenzione, ma senza trovare sorprese – rende comunque un piacere ritrovarsi. Affacciati entrambi sulle profondità del blu. La vendetta, il karma, avvolgono le passioni di La cercatrice di corallo in un turbine che mira all'abisso. Ad acque che celano i tranelli di bombe inesplose, relitti di un conflitto ancora vicino. Al miraggio impossibile dei coralli bianchi. Nel dubbio, sapete, non getterei l'ancora qui.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Florence + The Machine – What The Water Gave Me

21 commenti:

  1. Ecco, io sono dubbiosa, nonostante ricordi con piacere Fiore di Fulmine, ché la tua è l'ennesima impressione non del tutto entusiasta che leggo al riguardo. Lo lascerò ancora per un po' tra i non indispensabili, mi sa.

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    1. Io l'ho trovato davvero godibilissimo, ma da un terzo romanzo, dal passaggio a Rizzoli, mi sarei aspettato forse qualcosa di diverso. L'asticella, leggendosi appunto da un paio d'anni a questa parte, si alza...

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  2. Sono d’accordo, l’autrice sa scrivere e anche bene, però questa reminiscenza di Romeo e Giulietta e un po’ il fossilizzarsi in questa ambientazione mi sono andate strette.

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    1. Ti dirò, l'ambientazione neanche troppo. E' la sua particolarità e l'attaccamento fa l'autentica differenza, in questo caso. Peccato per la trama, fragilina.

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  3. Romeo e Giulietta, esattamente ciò che ho pensato io. La prima parte, con protagonista la sola Dolores, mi aveva fatto ben sperare. Invece, poi è stato un crollo verticale. Chissà se anche tu entrerai nell’esclusivo club dei bannati dall’autrice?

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    1. Dolores gran personaggio, vero, e lì per lì non ho capito neanche io le recensioni più tiepide: prima parte degna di nota, molto. Non dico che il resto mi abbia deluso, insomma, ma.
      Da crociate e frecciatine mi sono sempre tenuto fuori in questi sei anni, quindi speriamo che questa volta non succeda qualcosa di diverso. Anche perché penso di essere stato onesto ma diplomatico. Che Vanessa faccia lo stesso, perciò.

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    2. Neanche io pensavo di aver lanciato una crociata. La penso esattamente come te su questo libro, ho dato anche il tuo stesso voto, ma pare che l’autrice non sia in grado accettare le critiche e ha ben pensato di “far fuori” me e un altro paio di blogger!

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    3. Infatti ricordo la tua recensione, sì, perciò non me lo spiego...

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  4. Non credo che lo leggerò. Getto l'ancora in mari meno agitati.
    Lea

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    1. Fammi sapere, poi, cosa ci peschi. ;)

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    2. Tipo scrittori deceduti e libri intorno ai quali divagare senza timori! ;-)

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  5. Ancora non lo leggo, ma accadrà presto. Sono ancora più curiosa dopo averti letto, anche perché i suoi precedenti libri mi piacquero ;-)

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  6. Lei sarà anche un'amica del blog, però la sua opera mi sembra un Romeo e Giulietta sardo che non credo sia troppo nelle mie corde...

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  7. Finalmente riesco a tornare a commentare le tue belle recensioni :)
    Appena ho saputo di questo nuovo lavoro della Roggeri ero totalmente su di giri, come te ho apprezzato tantissimo i suoi primi due libri e così, se avessi potuto avrei comprato immediatamente questo terzo libro...ora mi viene da dire per fortuna non l'ho preso subito.
    Questa è la quarta (se non ricordo male) recensioni positiva sì, ma non del tutto e i difetti che vengono trovati in chi lo ha letto sono sempre gli stessi, così la mia voglia di buttarmi a capofitto in questa storia sta scemando sempre più velocemente :/

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  8. Con la Sardegna, per ora, sono in pausa. Accabadora e Il cuore selvatico del ginepro credo che bastino con le tradizioni di questa isola.La tua recensione poi mi convince che è meglio passare. Piuttosto, che mi dici delle Assaggiatrici? Ho letto di tutto e la curiosità mi divora. Conosci la scrittrice?

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    1. Non la conosco, però Le assaggiatrici mi ispira moltissimo. Ho preferito soltanto lasciar perdere per il momento. A ridosso della Giornata della memoria, rischiava quasi di confondersi con quei romanzi scritti e pubblicati a tavolino quand'è tempo, appunto, di ricordare...

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  9. A me è piaciuto molto, mi aspettavo un finale diverso quindi devo dire che non ho neanche trovato la conclusione prevedibile. Vanessa ha la grande capacità di trasportarmi nel suo mondo e di emozionarmi molto! Concordo con il tuo pensiero su Dolores, un personaggio straordinario.

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