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mercoledì 30 agosto 2017

Recensione: Tulip Fever - La tentazione dei tulipani, di Deborah Moggach

| Tulip Fever, Deborah Moggach. Sperling & Kupfer, € 17,90, pp. 265 |

Olanda, XVII secolo. Non si bada alla razza, al credo, all'estrazione sociale: nella libertina Amsterdam, basta confidare in te stesso e in Madama Fortuna per diventare qualcuno. Si commerciano bulbi di tulipani e allo stelo di un fiore in boccio, di per sé cosa fragile e innocente, sono legati a doppio nodo patrimoni, eredità e vite umane. Qualcuno ha scommesso sul cavallo vincente. Può permettersi allora una casa e una moglie invidiabili, un ritratto sul caminetto costato la bellezza di ottanta fiorini. I pittori del tempo immortalavano ambienti domestici, famiglie in posa, piccoli gesti rituali. Su un ritratto, con un teschio e una bilancia bene in vista (simboli di fugacità ed equilibrio), capeggiano in abiti formali i coniugi Sandvoort. Lui, anziano mercante calvinista, ha i baffi impomatati e un'espressione severa: ha sepolto due figli, la prima moglie, e ora lo turba il mancato arrivo di un erede a cui affidare quel suo piccolo impero sul mare. Lei, orfana di padre e prima di una nidiata sorelle, indossa un abito blu e un sorriso tirato: gli occhi sfarfallano. Parlano di un matrimonio combinato, della ricerca disperata di un'uscita di emergenza, della noia di un'esistenza che non calza. A coglierne le incomprensioni e le tensioni nascoste, un pittore avventuroso e povero in canna: Jan Van Loos, artista minore della scuola olandese, si innamorerà dell'inquieta Sophia e proverà, con mezzi leciti e non, a portarla via da lì. Un cupo palazzo signorile che, senza sole, rischia di far morire di stenti il suo fiore all'occhiello.

Sophia è là, immobile. Sospesa fra passato e presente. E' come un colore, che attende di essere mescolato; come un dipinto, pronto a ricevere la vita del pennello. Lei è un istante, che attende di essere fissato per sempre sotto la lacca lucida trasparente.

Nella “seconda Venezia”, già ammirata durante la lettura del Miniaturista, nasce e si estingue una storia d'amore e dannazione che sfida i cattivi presagi e le alte maree. Amsterdam, di notte, ha un volto segreto. Si alza la nebbia e nei canali galleggiano gli animali annegati e i suicidi, il legno delle navi alla deriva. I profumi speziati, le grandi speranze, fanno continuamente il filo agli schiamazzi della folla; ai contro della tulipomania dilagante. Intrattenimento seducente e scorrevole, il romanzo della Moggach (pubblicato in precedenza da Garzanti, con il titolo Il sogno dei tulipani) ha il piglio di una tragicommedia shakespeariana fatta di qui pro quo, doppie identità, simulazioni truffaldine. Sophia, convincente Emma Bovary di turno, racconta languori e bugie in prima persona. Capitolo dopo capitolo, però, i punti di vista si ampliano fino a includere gli uomini che se la contendono (risulta interessantissimo il marito, Cornelis, al contrario dello stilizzato personaggio del terzo incomodo) e le godibili sottotrame di serve impertinenti e apprendisti ingrati, in ruoli tutt'altro che subordinati. 

Dipingere è un atto di possesso.

Tulip Fever, senza mai dimenticare la grazia dello stile, ha i ritmi di una sceneggiatura cinematografica in cui le dinamiche dell'intreccio, a tratti, fan da padrone: l'autore premio Oscar di Shakespeare in Love e Anna Karenina, che ha adattato il romanzo per un film di prossima uscita con Alicia Vikander e Cristoph Waltz nel cast, questa volta ha avuto gioco facile. Gli avvenimenti storici – quelli che rendono qualche lettura pesante, vero, ma da cui ci si aspetterebbe comunque un ruolo di maggior rilievo – si limitano infatti a rimanere sullo sfondo. Un affascinante scenario mobile che ospita triangoli sì e rovesci di fortuna, in bilico tra melodramma e farsa, in cui il mistero di Sophia è inseguito in tutte le opere dello sfortunato Van Loos.

Il mondo è un caos. Tutti gli artisti lo sanno, ma cercano di dargli un qualche senso. Sophia adesso dà senso al mondo.

Lei resta nel riflesso di un bicchiere di cristallo di una natura morta; nella curva di una goccia di rugiada, giusto sulla pancia di un frutto. Affacciata a una finestra, una lettera accortocciata sul cuore, che aspetta o la salvezza o la dannazione eterna. E nelle vite dei tulipani, brevissime e voluttuose, trovano così magica corrispondenza quelle dei due amanti.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Ursine Vulpine feat. Annaca – Wicked Game

9 commenti:

  1. Ciao Michele! Questo romanzo lo avevo adocchiato tra le varie uscite però i pareri di chi lo aveva letto in lingua mi avevano un po' demoralizzata quindi l'ho bellamente snobbato. Leggendoti, però, credo che rientri proprio nei miei generi preferiti quindi perché no?! Lo prenderò in considerazione :)

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    1. Ciao Anna! Premetto che ne so pochissimo. Generalmente, non sono un amante dei romanzi storici. Ho fatto un'eccezione, questa volta, per la brevità, Alicia in copertina e il film in arrivo (che, a pelle, penso sarà superiore al romanzo). Lettura non memorabile, insomma, ma sorprendentemente piacevole. I difetti: qualche personaggio un po' abbozzato, ad esempio Jan, e ritmi fin troppo veloci.

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  2. Ovviamente non mi perderò il film con un'Alicia Vikander che si preannuncia come al solito strepitosa...
    Riguardo alla storia e alle ambientazioni non sembra molto una cosa per me, ma se dici che le vicende storiche rimangono sullo sfondo riprendo già maggiore fiducia. :)

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    1. Anch'io ho un problema con i period drama, che fanno tanto Rete4, però il film si prospetta altrettanto leggero e "motorio". L'uscita è slittata a fine agosto/inizio settembre, la Weinstein puntava forse alla stagione dei premi, ma ne leggo così così. Alicia, però, pare davvero strepitosa al solito.

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  3. come genere rientra tranquillamente tra quelli che preferisco, poi il fatto che ci sia il film con la vikander mi attira ancor di più!!
    devo procurarmelo, penso che potrebbe piacermi!

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  4. Ciao! Non conoscevo assolutamente questo libro, quindi non sapevo nemmeno del film. Aggiungi il fatto che non abbiamo più la televisione... sono fuori dal mondo! Adesso cerco di capire se aggiungerlo alla lista oppure aspettare ancora un po'

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    1. Ah, ma non hai colpe.
      Dell'uscita italiana non ancora si parla. Per fortuna che c'è internet. Fammi sapere. ;)

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  5. Ecco, adesso è uscito nelle sale... mannaggia, mi tocca recensirlo!!!!

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