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Il giardino delle farfalle, Dot
Hutchison. Newton Compton, € 9,90, pp. 336 |
Le
chiama così, le Farfalle. Giovani, leggere, bellissime. Hanno
vestiti eleganti lunghi fino ai piedi, come ninfe di un quadro di
Botticelli, e uno scollo vertiginoso sulla schiena a rivelare enormi
ali d'inchiostro, dipinte durante sedute lunghe e dolorose. Sono
tante, e hanno dai sedici ai ventuno anni. Poi muiono. Quella è la
loro natura: spegnersi in fretta, all'acme dello splendore. Sono
prigioniere in una serra di dimensioni straordinarie, in cui
zampillano cascate e ruscelli. Nei corridoi, intrappolate sotto un
vetro e cristallizzate nella resina, le Farfalle assassinate al
compimento del ventunesimo anno d'età. Il loro aguzzino, detto Il
Giadiniere, le tatua e ne abusa, spartendo il suo harem segreto con i
figli – il primogenito, ormai fuori controllo, e un giovane
violinista combattuto tra giustizia e senso di appartenenza.
Le
creature bellissime hanno vite molto brevi, così mi aveva detto al
nostro primo incontro. Lui se ne assicurava e si sforzava di dare
alle sue Farfalle una strana specie di immortalità.
A
capo del gruppo, Maya. Che è abbastanza forte per tutte. Che ha
dimenticato il suo nome e, all'esterno, viveva un'esistenza non meno
malsicura e angosciante (due genitori litigiosi, un'appariscente
nonna tassidermista, le attenzioni degli adulti da schivare). Che,
all'inizio del romanzo, siede nella sala interrogatori di una
stazione di polizia. Le mani bendate, i modi accattivanti e una
storia da raccontare al poliziotto buono e al poliziotto cattivo: una
storia che, a pagina uno, sappiamo essersi già conclusa. Come si
scappa dal labirinto di un ricchissimo Minosse? Qual è il ruolo
della sopravvissuta, elusiva e seducente? Se non fosse stato per il
consiglio mirato della mia amica Susi, Il giardino delle farfalle
mi sarebbe sfuggito. Colpa dei romanzi Newton Compton che, con il
copia-incolla, promettono tutti “Un grande thriller”. Colpa di un
altro retro di copertina che, senza fantasia, annuncia “Il thriller
più terrificante dell'anno”. Nel romanzo della sorprendente Dot
Hutchison – una prosa affascinantissima e tutto un mondo di orrori
da architettare – c'è del buono davvero, nonostante gli strilloni
esagerati e tutt'altro che attraenti delle fascette promozionali.
Insolito romanzo di genere, ha una costruzione impeccabile e una
scrittura che regala immagini memorabili, di violenza e armonia: vedo
nitidamente davanti agli occhi, a distanza di giorni, questa corte di
ragazze in cattività, che rispettano le gerarchie del Racconto
dell'ancella e si danno alle
confidenze intime di un film di Sofia Coppola. Artefice
dell'incantesimo, una narratrice che sembra non raccontarla giusta.
I
miei segreti sono vecchi amici; mi sentirei una pessima amica se li
abbandonassi ora.
Maya
pettina, rassicura, coordina. Recita a mente Edgar Allan Poe e i
tragediografi greci, se sottomessa alle voglie del Giardiniere.
Irretisce Desmond, erede da plasmare. Confonde gli agenti di Polizia
e il suo lettore. Cosa non dice? Le risposte non sono delle più
impensate: in ballo, a un certo punto, sembra esserci meno
del previsto. Ai colpi di scena – canonici ma indispensabili,
stando a me – Il giardino delle farfalle preferisce
infatti una narrazione convoluta e un epilogo risolutivo, dalla morale
femminista, in cui le donne oppongono ostinata resistenza. Le
farfalle premono contro la teca e l'eventuale schianto, la pioggia di
vetri in frantumi, fa meno rumore del resto – così scenografico,
così originale nel suo dire e non dire. Restano le schegge
insanguinate. L'inchiostro già penetrato sottopelle. La crisalide,
lasciata sfitta per un volo lungo più di un giorno soltanto.
Il
mio voto: ★★★★ -
Il
mio consiglio musicale: Cloves - Don't Forget About Me
Recensione affascinante di un libro che forse non leggerò. Mi ricorda la trama di un film con la Judd.
RispondiEliminaUn saluto da Lea
Ti ringrazio, Lea! Avrai capito che un grande thriller non è, no, però questi toni surreali, quasi fiabeschi, fanno la differenza. Vorrei proprio leggere la Hutchison con un altro genere.
EliminaSe non sbaglio, il film con la Judd dovrebbe essere "Il collezionista". :)
Ho molto apprezzato questo libro anch'io: inquietante ed allo stesso tempo pieno di grazia, un assassino pieno di cattiveria più efferata di quella di un pluriomicida, eppure non si riesce mai ad odiarlo veramente, una protagonista dalle mille sfaccettature, come le farfalle. Veramente un libro originale. Un saluto, Sabrina
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento, Sabrina. Concordiamo perfettamente. Mi sarei aspettato un colpo di testa, e di scena, giusto dal finale. Ma va bene così.
EliminaQuel mix di inquietudine e grazia, effettivamente, è raro.
Ce l'ho in programma presto o tardi.
RispondiEliminaSe l'atmosfera è strana, surreale e poco da thriller (nonostante le apparenze) fa per me!
Una mia amica è all'inizio ed è disorientata perché non le sembra ancora un incubo. Mi farò una mia opinione personale al momento della lettura!
Fammi sapere!
EliminaPurtroppo non sono riuscita a venirne a capo, l'ho buttato nel cestone delle delusioni. Ora mi fai anche un po' pentire, ma proprio non riuscivo a entrare nel mood.
RispondiEliminaAh, ma no. Io credo ciecamente nelle prime impressioni, e se non piace non piace. A me la stranissima Maya ha intrigato da subito. Peccato, però, che giochi troppo a carte scoperte.
EliminaUh interessante👍
RispondiEliminaDevo solo metterlo in fila con gli altri libri che vorrei leggere, non dico entro l estate, ma almeno entro l'anno 😁
Ahahahah, confido in te.
EliminaIl richiamo fin dal titolo al giardino delle vergini suicide lo rende parecchio intrigante.
RispondiEliminaA leggere le pubblicità e le copertine ogni anno vengono pubblicati almeno 100 thriller in teoria più terrificanti dell'anno. :)
Questo per una volta sembra però meritare per davvero...
Questa volta c'è del vero, sì.
EliminaMa più le pubblicità e le copertine urlano elogi, più scoraggiono. Spiaghiamolo a chi di dovere. ;)
Io non l'ho trovato inquietante, non ho provato nessuna empatia nei confronti di Maya e delle altre ragazze. Mi è parso soltanto lento, snervante, un thriller che, come al solito, thriller non è. Spiacente, ho provato ad approcciarmi nuovamente a questa CE e ho capito di aver sbagliato.
RispondiEliminaLa fascinazione, nel mio caso, ha avuto la meglio.
RispondiEliminaI cenni al mito, i movimenti quasi coreografici delle ragazze. Le ho viste proprio. Sarà che non sono molto empatico, quindi quella non è per me la prima cosa.
Ti consoli con Strukul, dai. ;)
Sono reduce dal solito thriller dell'anno che però stavolta si è rivelato inquietante veramente.
RispondiElimina"Una ragazza bugiarda",credo che l'autore o autrice sia Ali Land,i nomi non li ricordo mai.
Mi ha talmente turbata,si tratta di un thriller psicologico,che poi sono passata alla Arnoux per riprendermi,anche se non è lettura leggera.
Posso dirlo?Sono stufa di queste turpitudini,il mercato dà sempre più spazio a queste schifezze e chissà quanti bei romanzi vengono scartati perché non venderebbero altrettanto.
Scusa lo sfogo.
In compenso,la tua recensione riesce a rendere quasi leggiadro un tema brutale come quello del romanzo di cui parli.
Complimenti!
Scusa,ho sbagliato pure il nome della Ernaux.
RispondiEliminaCon i nomi sono una frana.
Ricordo solo quelli dei musicisti.
E menomale...
anche io l'avevo bypassato anche perché mi ricordava un altro romanzo uscito insieme a questo "il giardiniere" mi pare.. invece sembrano entrambi validi! come il marketing non fa presa sulla sottoscritta anzi agisce al contrario!XD
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