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martedì 1 marzo 2016

Pillole di recensioni: Adieu mon coeur | Non respirare

Titolo: Adieu mon coeur
Autore: Angelo Calvisi
Editore: CasaSirio
Numero di pagine:
Prezzo: € 13,00
Il mio voto: ★★★
La recensione: Ha un titolo francese, un autore italiano, un protagonista cittadino del mondo. A farcelo conoscere, una casa editrice piccina ma in crescita che, con i suoi scrittori di qualità, le edizioni curate e quel formato tascabile che è un piacere, la scorsa estate, si era imposta come un'autentica rivelazione. Qualche mese dopo, rieccola ospite sul blog: pubblicano il romanzo di Angelo Calvisi, pensano a me per avere un parere e, questa volta, fanno più colpo loro – pop e pieni di carattere – che un libro breve e particolare, di cui poco mi viene da dirvi. La storia a frammenti di Paolo, e son frammenti sparsi, lo mostra bambino, adolescente ed adulto, nell'arco di trent'anni vissuti in giro e a pieno. Cresciuto nella provincia genovese, passa l'infanzia in oratorio, tra le partite a calcio balilla, gli amici i cui nomignoli sono tutto un programma, le prime cotte e i primi dolori: i genitori litigano spesso, le altre bambine non se lo filano, un avvenimento luttuoso è dietro l'angolo. Quattro parti, quattro decenni e, nel finale, un salto indietro. Un'adolescenza in comunità, la scoperta della musica, una moglie e un paio di figli in Francia. Ma com'è che si dice? Mogli e buoi dei paesi tuoi e, sempre parlando per proverbi della nonna, il primo amore non si scorda mai. Ecco che ritorna la spasimata Michela, che proprio non può desiderare. Ecco che la bottiglia, la chitarra e rimpianti ci fanno prima perdere e poi ritrovare. Il cuore resta – checché ne dica il titolo – e ci sono una bella struttura ad incastro, verità e nostalgia a palate, qualcosa del Nick Hornby di Alta fedeltà, del Nicholls di Un giorno, del Biglia bugiardo e avventuroso di Ti prendo e ti porto via. Le gioie del vinile e le donne, gli incontri una volta ogni morte di Papa e la non trascurabile incapacità nel combinarne una giusta. Che c'è, allora, che non va? Oggettivamente, niente: Adieu mon coeur è un amarcord tra passato e presente, con tocchi di grottesco, un colonna sonora perfetta, l'umorismo vincente, l'occhio lucido. Ma trent'anni li avrei letti ancora più volentieri in più pagine e il me a cui tanto a genio il racconto, alla fine, non sta, ha patito un po' i salti e la divisione in capitoli a sé stanti. Gradirò sempre i tipi di CasaSirio, perciò, ma mi farò un'idea pià precisa di chi sia Angelo Calvisi – professionista poliedrico e dalla biografia stermianta, da quel che leggo – con a dispostizione, si spera, un'altra storia e, soprattutto, altre pagine.

Titolo: Non respirare
Autrice: Elisabetta Pastore
Editore: Frassinelli
Prezzo: € 18,00
Numero di pagine: 244
Il mio voto: ★★½
La recensione: Spesso, ci sono libri – belli, brutti, boh – a cui non ti avvicineresti mai, se non fosse che, a promuoverli, c'è tutto un ambaradan e la firma di un editore di cui ti fidi alla cieca. La Frassinelli piace perché raramente cavalca l'onda, la Frassinelli non pubblica comuni erotici. Allora cos'era il romanzo della Pastore, sulla doppia vita di una ragazza meridionale che impara a diffidare dagli uomini, a preferire la campagna alla metropoli, a esplorare la propria sessualità? L'etichetta di romanzo erotico, in realtà, più che stretta gli sta larga, lì dove si immaginerebbero comunemente parole languide, un fare ammicante, protagonisti avvenenti. Non respirare ha invece una protagonista smilza, poco procace, e uno stile asciutto e spigoloso. Veronica, di giorno avvocato sottopagato e di notte voce a un telefono a pagamento, fa sesso alla cornetta perché a Roma non si può campare e perché il suo ragazzo è un tossico che le mette a soqquadro la borsetta. I suoi interlocutori cercano il massimo del piacere e le confessano l'inquietudine più segreta. Vive lunghe giornate e lunghissime notti. Vive due vite. Eppure resta una protagonista a metà: senza carattere. Ma ha le sue peculiarità, i suoi tratti distintivi. Disegna, ad esempio, spinta da voci che, a matita, si fanno volti. E son volti che, a volte, incrocia dove meno si aspetterebbe. La matita sul foglio è istinto basico; il sesso non è fatto ma descritto, parlato. In Non respirare, la parola assume fondamentale centralità, infatti, e i toni, carezzevoli e sboccati, non cadono nell'eccesso. La storia, sventato il pregiudizio iniziale, c'è, così come lo stile. Un eros a voce; un'esordiente promettente. Non respirare, tuttavia, convince poco. La Pastore, seppure spicchi, con un non so che del Lucarelli di Almost Blue, segue quella che chiamo la poetica dello spezzettamento: frasi e paragrafi telegrafici, nessun capitolo, un racconto racchiuso tra un punto fermo e l'altro. E, per i miei gusti, sono troppi i punti e troppo poco quello che c'è in mezzo. I sussurri di Veronica – la stessa che fa boccheggiare, venire, piangere i suoi lontani e solitari clienti – qui arriva come smorzata. La linea sta per cadere. Chi c'era davvero dall'altra parte? Tuuuu tuu...

8 commenti:

  1. Il primo non lo conoscevo, hai acceso la mia curiosità e credo che potrebbe piacermi.
    'Non respirare' l'avevo escluso subito e, leggendo la tua opinione, non ho cambiato idea :/ A presto!! :)

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    1. Ogni tanto, anche una CE di cui ti fidi delude, eh?
      Il primo è carinissimo, ma un po' irrisolto: CasaSirio, comunque, mitica!

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  2. Idem come Stefania! un pensiero sul primo...il secondo proprio no!

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    1. Il secondo, comunque, non è come lo si immagina.
      Ma, pur nella sua alterità, poteva essere molto molto meglio. Manca l'empatia, la simpatia... Qualcosa che ci faccia capire meglio lei.

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  3. Mi incuriosivano entrambi, il secondo per il tuo stesso identico motivo: in genere la Frassinelli va abbastanza fuori dagli schemi, non segue le mode... ma da quello che mi dici tu, su "Non respirare" è meglio non soffermarsi! ;)

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    1. Fortunatamente, con i suoi difetti, resta un libro che non si vuole inserire nel filone. Però... però...

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  4. Tra i due mi ispira di più il primo, però per il momento è meglio se mi concentro sulla lettura di Cercando Alaska, che sono ancora indietro... :)

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