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martedì 30 giugno 2015

Recensione: Il ladro di nebbia, di Lavinia Petti

Come si può convivere con il fantasma di ciò che è stato e lo spettro di ciò che non sarà mai? Non si può, ecco perché si muore. Non invecchiamo a forza di vivere la vita, ma a furia di ricordarla.


Titolo: Il ladro di nebbia
Autrice: Lavinia Petti
Editore: Longanesi
Numero di pagine: 426
Prezzo: € 14,90
Sinossi: Antonio M. Fonte è uno scrittore di enorme successo, ma per lui fama e ricchezza non hanno alcun significato. Stralunato e sociopatico, vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope, e se non ci fosse il suo agente letterario a ricordargli scadenze e doveri sarebbe incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che forse non lo è. Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare. Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l'ha scritta lui, senza alcun dubbio. Quelle parole accennano a un ricordo smarrito e a un uomo che è stato ucciso, forse da lui stesso. Ma Antonio di tutto questo non ricorda nulla. Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono: nel suo Ufficio Oggetti Smarriti non si trovano solo mazzi di chiavi, libri o calzini spaiati, ma anche ricordi di giochi infantili, amori giovanili, speranze e sogni dimenticati. Antonio intuisce che è da lì che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l'enigma della lettera. Ma quell'enigma nasconde arcani ancora più insondabili: il segreto di una città che cambia forma e aspetto, l'avventura di un viaggio imprevedibile...
                                          La recensione
Mi è sempre piaciuto mettermi nei panni degli altri: sarà per questo che ho cominciato a leggere. Da bambino, ad esempio, mi immaginavo dall'altra parte della cattedra quando arrivava la bella stagione e, a scuola, ci si doveva dire arrivederci. A volte buona estate, a volte buona vita. Si sentivano tristi per un po', gli insegnanti, quando una classe - e gli alunni che avevano conosciuto attraverso quei pensieri segreti messi a nudo nelle tracce libere - abbandonava le medie per le superiori o, ancora, le superiori per l'università, sempre che la voglia di studiare non si fosse esaurita strada facendo? Soffiavano spifferi o vento di tempesta all'alba di un altro rinnovo generazionale? Ma sapete poi che noia imparare i nomi e i cognomi, decifrare le calligrafie, aguzzare i sensi per conoscere i ritmi e i tempi di ogni testa pensante? Ma sapete che gioia passeggera, eppure, quando il dubbio ti faceva sognare e, al momento dell'appello, cominciavi ad associare i nomi ai volti - e se quel Simone aveva tutta l'aria di un Paolo, pazienza - e a fantasticare su chi avesse la stoffa giusta per farcela? Mi sono sempre piaciuti i primi giorni per la magia delle cose che nascono. Bisogna esserci col brutto anatroccolo, il girino, il bruco, il primo passo mosso su un pianeta ritrovato: sarà per questo che, da quando c'è il blog, ho cominciato a seguire come un'ombra amica gli esordienti italiani. Se mi piacciono, mi ci affeziono e non li mollo più. Come è successo con Carrisi (che mi inquieta), la D'Urbano (che mi ferisce) e la Gazzola (che mi fa bene), di cui ho parlato così tanto, ma così tanto che alla fine neanche loro hanno saputo ignorarmi più. A partire da oggi, succederà lo stesso con Lavinia Petti (che se in futuro ci regalerà un libro bello anche solo la metà di Il ladro di nebbia avrà le mie attenzioni, purtroppo per lei, fino alla pensione). E dire che ero scettico sul romanzo che, per dispetto, mi avrebbe strappato, di lì a qualche giorno, le prime cinque stelle dell'anno corrente. Troppo presente l'ombra di Zafòn - e del vento - nel titolo e in quella copertina rosa antico con gli stormi in volo e i ladri di storie in fuga; troppa pubblicità, e io che non sono mai stato bravo a distinguire se c'è l'imbroglio oppure no; devo sbatterci la testa per accorgermene. Invece, sin da quando l'ho iniziato a sfogliare in treno e per un pelo non stavo per scendere alla fermata sbagliata, Il ladro di nebbia mi si è piantato qui, nella mia testa perdutamente tra le nuvole. 
Uno scrittore misantropo, il ritratto di una donna misteriosa, una Napoli labirinto splendida come nell'ultimo Garrone, una torre campanaria che compare dal nulla quando perdiamo la memoria insieme alla retta via: cinquanta pagine e la fascinazione aveva già avuto la meglio. Anche se per il meglio c'erano ancora quattrocento pagine d'avventure e un mondo straordinario da scoprire al capitolo successivo. Stravedevo per i piccoli dettagli sul brusco Antonio M. Fonte, quando non avevo ancora visto la grandezza sorprendente del disegno finale. Come quella volta in cui avevo perso la scatola del puzzle e avevo assemblato le tessere alla cieca: tanta fatica per scoprire che non era un pezzo dell'impressionismo francese, ma era stato emozionante uguale il lento arrivo alla conclusione che fosse una natura morta da niente e non un capolavoro da museo. Un po' succede così con Il ladro di nebbia, però al contrario. Partire dal pregiudizio che sia il lavoro di una brava falsaria e approdare alla conclusione che di Zafòn – per anni, tra i miei scrittori preferiti – ci sia la benedizione e poco altro; il fantasy della Città delle Sirene, come quel caffè che sul a Napule sanno fa', ha un gusto da provare. Nei Quartieri Spagnoli, al sesto piano di un palazzo che ne ha solo cinque, c'è il portale per il regno di Tirnaìl. Un ascensore che conduce sulla terrazza che non c'è e conoscere Edgar, un pittore in cerca d'ispirazione che dipinge le sue tele con tutte le sfumature del bianco. 
Un salto a Vanesia, città in cui si vendono e acquistano sogni, e cercare di comprare all'Asta delle Illusioni l'amore di una ragazza dai capelli verdi conosciuta in un'altra vita, Gèneve: quando sul bordo di un fiume la notte dei cristalli produceva il suono più struggente e ci si era lasciati al tramonto, prima della scelta consapevole dell'oblio. E, mi raccomando, occhi aperti: i Nox del Conte Vampiro – con l'ausilio della notte – potrebbero desiderare il tuo sangue dolce e i tuoi ricordi felici! Ma i numeri sull'orologio stanno svanendo, il tempo sta per finire: e, con lui, stai per finire anche tu. Gatti che spiano i nostri sogni, nomi barattati per un sorriso, pescatori in cerca dell'odore del mare, ballerine che hanno scordato i passi base, treni da prendere al volo e vite che – in girotondi che non finiscono più – tornano a bussare alla porta travestite da quello che non sono. Rincontrarsi, se tutto va bene, alla fine del mondo. Dirsi ti amo ma anche buon viaggio. Riuscirà lo scrittore più scorbutico, Antonio, a salvare la storia più importante, la sua? L'erba della collina di Mnemosia quale doloroso ricordo gli sussurrerà? Quante domande, quante storie in una e, soprattutto, quanta bravura. L'arzigogolata e romantica “storia infinita” di Lavinia ha i toni surreali - e i capelli multicolore, e i "se mi lasci ti cancello" - del cinema di Gondry; i mondi fatati di papà geniali, come in Big Fish e Al di là dei sogni; paesi delle meraviglie e maghi di Oz in gran quantità. Viaggia un po' sulle ali del buio, un po' sua una Fiat Panda scassata, quando è stanca. Dovrebbe essere, perciò, uno di quei romanzi con all'interno una cartina disegnata a mano. Una favola di libro - in tutti i sensi - con bambini di cinquant'anni come protagonisti. E se la dimenticanza di chi in un anno legge troppo dovesse minacciarlo, sarei pronto – come Orlando sulla luna, con il suo senno disperso – a cercarlo nell'Ufficio Oggetti Smarriti; oltre le mie colonne d'Ercole.
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Paolo Conte – Vieni via con me (It's Wonderful)

31 commenti:

  1. *__* da sogno già la tua recensione, non oso immaginare il romanzo. Tappa in libreria in settimana, obbligatoria! ;)

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  2. Pensare che io lo avevo frettolosamente etichettato come "troppo scopiazzato" da Zafon! lo leggerò sicuramente, mi hai convinta.

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    1. Secondo me, ti piacerebbe molto. E tu, come mai, sei un amante dei romanzi italiani italiani.

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  3. Non leggo la recensione perchè ho finito ieri questo libro e non voglio farmi condizionare visto che devo scrivere ancora la mia ma posso dire che l'ho adorato!!!!!! Nei prossimi giorni tornerò a gustarmi le tue parole! ;)

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  4. Wow! Ti dirò, l'ho fiutato da lontano e ignorato (proprio perché io, con Zafon, mi sono presa poco) ora però credo che tornerò sui miei passi. Bellissima recensione, come sempre. Adoro il tuo tocco personale, che ci lascia intravedere te e la tua vita tra gli spiragli delle parole^^

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    1. Grazie mille, Francesca!
      E altre cinque stelle le conservo per il tuo nuovo romanzo. Tienimi aggiornato, mi raccomando: devo sapere. :)

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    2. Anche se dovessero rivelarsi due stelle scarse, sai che attendo impaziente di sapere la tua opinione <3 Appena avrò notizie certe sulla data di uscita ti farò sapere^^

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    3. Grazie! Mia mamma, ti giuro, ormai ha reso Le stanze buie strumento di paragone. Lei, quando finisce un libro, mica dice vale due, tre, quattro stelline... Ma è "meno bello di Le stanze buie" o "quasi quasi ci va vicino, sai?".

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    4. Beh sappi che sto già compilando i moduli per farmi adottare da lei!XD Scherzi a parte, ringraziala tantissimo *__* (a questo punto l'ansia da prestazione sale alle stelle)

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  5. Wow sembra davvero molto particolare e a dir poco speciale e diverso dai soliti :D poi ormai strappare le cinque stelline a te è un'impresa che pochi riescono a portare a termine!
    Mi intriga abbastanza e ci sto facendo un pensierino, anche se non fosse stato per questa tua recensione probabilmente non l'avrei degnato di uno sguardo. Che dici, potrebbe piacermi?

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    1. Non so, è da sperimentare in prima persona, Denise. Io non amo per nulla in fantasy così tradizionale - viaggi impossibili, mondi fantastici, realtà parallele - però tra riflessioni sulla scrittura preziosissime, uno stile favoloso e un protagonista misantropo in cui, a tratti, mi ci sono rivisto molto, questo l'ho trovato una sorpresa continua. Mi è piaciuto perché è quello che è la scrittura secondo me. Un computer - o più romanticamente foglio e penna - ed ecco che ti inventi una cosa per cui una produzione americana, per dire, spenderebbe milioni in effetti speciali. E' lungo, pieno (per alcuni, da quel che leggo, eccessivamente) e non costa neppure troppo vista la mole. :)

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  6. La cover romantica e la storia della lettera me l'avevano fatto saltare all'occhio ma, tra i tanti si era perso quasi subito. Ci faccio un pensierino, ma a lungo termine ché al momento devo smaltire gli arretrati cartacei e digitali. Sono contenta, comunque, che anche tu abbia trovato il tuo primo cinque stelle quest'anno!

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    1. Più tardi degli altri anni, in questo 2015!
      Ps. Habemus "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome".

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    2. Meglio tardi che mai. Passerò a leggere cosa ne pensi, io lo adoro già e Alice è davvero simpaticissima, forse entrerà nella tua lista di emergenti del cuore; nella mia è in Top Ten :)

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    3. Speriamo bene. In estate c'è sempre bisogno di leggerezza :)

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  7. Bellissima recensione!! Questo è uno dei titoli che porterò con me in vacanza tra due settimane :)

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    1. Ciao Rory, e grazie. Sarà una vacanza doppiamente bella, allora ;)

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  8. dopo questa meravigliosa recensione non posso esimermi dal leggerlo :) anch'io ero stata un po' depistata dagli elementi "zafoniani"!

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    1. Lo eravamo stati tutti, Stefania. Ma è un'altra storia, fortunatamente. Però bella altrettanto. ;)

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  9. Nuovamente incantata da Mr Ink...Come non leggere questo libro ora?

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  10. Bene! Sono contenta perché prevedo di leggerlo presto ^_^

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  11. Ciao!
    quando ho letto le tue parole, la somiglianza a Zafon, ho avuto paura di inciampare in una storia scontata o comunque già letta. Poi Dany di un libro per amico me ne ha parlato molto bene, e mi ha detto: sister leggilo!! Adesso leggo la tua recensione. Ok mi do da fare, vado a comprarlo e lo leggo. Anche io, proprio come te, quando "scopro" degli esordienti italiani, non me li lascio sfuggire, mi è capitato con la Gazzola, con la Limone, spero di poter aggiungere anche questo nome! A presto :-)

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    1. Devo ascoltare i tanti consigli anch'io, Salvia, e recuperare la Limone ;)

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  12. io comprerei un libro con tutte le tue recensioni, quasi mi dimentico di respirare per quanto sono speciali, bravo, bravissimo davvero. Inoltre mi hai convinta a leggere il libro di Lavinia Petti, che spero, vista la tua recensione, di potermi procurare il prima possibile :)

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  13. appena approdato in casa mia, ho grandi aspettative da questo libro. non vedo l'ora di leggerlo. ma prima devo terminare Fiore di Fulmine della Roggeri, che sembra altrettanto interessante. a presto

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