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martedì 5 giugno 2012

Recensione: Olivia. Ovvero la lista dei sogni possibili, di Paola Calvetti

 « Hai troppa rabbia dentro per gustare la felicità »

 
Titolo: Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili
Autrice: Paola Calvetti
Editore: Mondadori
Prezzo: € 17,00
Numero di pagine: 180
Sinossi: Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l'inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia - la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo - viene licenziata. O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. Così si rifugia in un bar tabacchi e, in attesa di riorganizzare, il suo futuro, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l'hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell'inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l'alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all'innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia.
Mi sono avvicinato ad Olivia una mattina di giugno in cui avevo il cuore stranamente pesante. Troppo caldo, troppe ansie, troppe parole non dette. Avevo quasi paura di scoppiare. Se avessi avuto forza ed energie necessarie, mi sarei armato di scarpette da ginnastica e di pantoloncini e avrei cominciato a correre, fuggendo da tutti e da nessuno allo stesso tempo.
Se avessi avuto abbastanza fiato nei polmoni, avrei dato sfogo a un bell'urlarlaccio liberatorio. Non dispongo di questi mezzi, purtroppo, e ho paura che, se avessi cominciato allora, non avrei troveto la forza necessaria per smettere. Correre all'infinito, urlare all'infinito. Sconsolato come un cane bisognoso d'affetto, invece, mi sono rannicchiato in poltrona e ho cominciato a leggere, sperando di sentirmi più leggero a ogni parola.
Olivia mi ha spezzato il cuore. Come il più cupo dei thriller, mi ha dato il tormento, rendendomi schiavo di un inaspettato stato di assuefazione che non avrei mai immaginato di incontrare in questa specifica lettura. Non mi ha dato scampo. Si è fatto scoprire lentamente, come una caramella scartata da un bambino che ha imparato finalmente ad aspettare. Mi ha fatto pensare. E mi ha fatto paura.
Paura di scoprire una realtà che, presto, dovrò imparare a fronteggiare a testa alta. Paura di scoprire sentimenti negati e di formulare pensieri che la mia mente rigetta come fa l'organismo con i batteri dannosi. Paura di guardarmi dentro e di scoprire tratti ignoti di me in un libricino di appena 180 pagine; finestra a forma di cuore sul dolore, le emozioni, il precariato e la crisi economica – estremamente banalizzata dai media e tenacemente ignorata dalle mie orecchie di diciottenne che si ostina a non volersi ancora svegliare dal suo colorato mondo in stop motion.
La mia tristezza e il mio risentimento si sono scontrati con quelli di Olivia e Diego. Si sono mescolati tra loro simili a fili di fumo senza corpo e odore, si sono cercati, si sono riconosciuti e parlati, si sono placati, si sono annullati come gli esponenti di un misterioso teorema matematico. Il mio cuore è stato spezzato, i suoi celati meccanismi sono stati magistralmente carpiti dalla potenza dell'inchiostro, e - alla fine - i preziosi frammenti di quel piccolo organo che governa le persone e il mondo sono stati rimessi insieme da un mastice indissolubile, fatto di polvere di stelle, granella di zucchero, sogni e struggenti ricordi.
Di Olivia ho percepito la forza, la voce cristallina, orgogliosa e solare. Nella mia immaginazione ha gli occhioni e l'amabile sorriso di Zoey Deschanel, la schiettezza di una più pacata versione di Bridget Jones e l'infantile e contagiosa voglia di perdersi della trasognata Amelie Poulain.
Olivia e il suo Diego, tuttavia, hanno tratti sfocati; appena accennati, comuni. Hanno gli occhi di mio fratello (omonimo del protagonista maschile!), il sorriso della mia compagnia di banco, il garbo dell'anonima vecchina che – al supermercato – mi ha chiesto di prenderle un pacco di spaghetti dal ripiano più alto dello scaffale, la burbera dolcezza dei miei nonni, la gentilezza del giovane cameriere che ha sopportato le angherie del suo capo senza mai perdere il buonumore. Vivono in una grande città sfiancata da “quella che è la più grande crisi economica mai vista in Occidente”. Roma, o magari Milano; Parigi, Londra o New York. Usano gli euro, hanno superiori e amici dai nomi stranieri, lasciano che l'orario sia sempre preceduto da “a.m.” e “p.m.” come gli yankee e, come gli italiani, sono messi con le spalle al muro da una valanga che continua a crescere e a far danni. Su di loro piove una neve fitta, gelida come l'indifferenza e candida come una pagina vuota che il cammino della serendipità vuole riempire. Sono personaggi da fiaba, intrappolati da un magico incantesimo in una palla di cristallo in cui finiscono per rimanere intrappolati i cuori. Sono “uno, nessuno e centomila”. Sono la folla. Il mondo. Protagonisti di un romanzo dolce e sognante, utile a trovare un raggio di sole in una realtà appannata dalla tristezza.
La voce dell'autrice è garbata, carezzevole, buffa e venata di colorata poesia. Risuona delicatamente tra le pagine, non offuscando la personalità dei suoi protagonisti e risuonando come la raffinata colonna sonora di un intramontabile cartone Disney. Gioca con le sensazioni e le parole, rende gli affettuosi consigli di una nonna la più commovente delle poesie, trova il meraviglioso tra le lapidi di un malinconico cimitero e tra i corridoi di un affollato supermercato, mette in fila i sogni e li unisce in rime e in deliziose filastrocche.
Ci dice che, se c'è solo un carboncino grigio a nostra disposizione, è sempre possibile disegnare faccine sorridenti sulla tela della vita, tracciando cuori grassocci sulle “i” e stelle filanti,coriandoli e nuvole monocromatiche ai lati di tanto efficaci parole.
Di qualsiasi materia siano fatti i sogni, questa adorabile commedia dai toni fiabeschi ne contiene un frammento: la più viva essenza. Invita a trovare l'arcobaleno che risplende nei nostri cuori, a ridere della fragile meraviglia della nostra esistenza, a godere dei piccoli momenti preziosi che rendono ogni vita straordinaria, a scrivere con colori sgargianti sogni e pazzi obbiettivi per dare loro concretezza e sostanza ....ad amare, ad amare e basta! Leggere Olivia è stato frutto del gioco della serendipità. Cercavo risate facili e pensieri di leggerezza. Invece, ho trovato l’universo intero ad aspettarmi.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Dolores O'Riordan - Ordinary Day

5 commenti:

  1. Michele, riporto qui quello che ti ho scritto su Fb.
    Ordinary day....
    Grazie.
    Paola

    L'ho letta d'un fiato. E poi l'ho riletta e ancora riletta. Michele, dirti grazie è una stupidata. Ma mai, dico mai, ho letto una "sbobinatura del mio cuore, dei miei pensieri, persino delle mie intenzioni così ... dirompente. E poi quella frase a epigrafe che pochi notano "hai troppa rabbia dentro per gustare la felicità". Ogni lettore può prendere da Olivia ciò che vuole, ma tu, a me, hai strappato un pezzo di cuore. Grazie. Con la pelle d'oca.

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  2. è una recensione davvero bellissima!

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  3. Sì, davvero bellissima, Mr Ink. :)
    Devo recuperarlo al più presto.

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  4. Complimenti, a te per la recensione, e all'autrice per il romanzo.
    Stavo giusto meditando di comprare questo libro al più presto, ma non ora del tutto convinta.
    Grazie alla tua recensione, mi sono convinta del tutto.
    P.S. Pur non avendo ancora trent'anni, anch'io avverto il pericolo incombente che porta il nome di disoccupazione, quindi ti sono vicino in questo senso- e sono vicina a Olivia, di conseguenza. Ce la faremo :)
    Annamaria

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