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lunedì 23 aprile 2012

Recensioni a basso costo: Lo specchio del male, di Davide Simon Mazzoli

  Il Paradiso non esiste, ma l'Inferno sì.
Titolo: Lo specchio del male
Autore: Davide Simon Mazzoli
Editore: Tre60
Numero di pagine: 413
Prezzo: € 9, 90
Sinossi: Orazio De Curtis odia tutti. Odia la moglie, così gentile e remissiva, e quindi insopportabile. Odia la domestica bulgara, con quella faccia triste da immigrata. Odia la cittadina di provincia dove vive. Odia il suo agente letterario, che continua a tormentarlo per sapere quando consegnerà il nuovo romanzo. E soprattutto odia se stesso, un uomo alla deriva, per di più zoppo e senza un occhio e due dita di una mano: le conseguenze del terribile incidente automobilistico che, però, lo ha reso ricco e famoso. Perché è stata proprio quell'esperienza a ispirargli il suo romanzo d'esordio, diventato subito un clamoroso caso editoriale. Peccato che ora il peso della fama lo stia schiacciando e lui abbia perso la vena creativa: ammesso che l'abbia mai avuta. Orazio trova un po' di pace solo la notte, quando si mette alla finestra per spiare i suoi vicini, in particolare la provocante figlia del giardiniere. Un passatempo tutt'altro che innocente e destinato a costargli caro. Una sera, infatti, Orazio si accorge di essere a sua volta spiato da un ragazzino che si è appena trasferito nella casa di fronte. Un ragazzino che il mattino seguente si presenta alla sua porta sostenendo di avere delle fotografie imbarazzanti: è l'inizio di un vortice di ricatti, minacce e sottili violenze psicologiche che costringeranno il grande scrittore Orazio De Curtis a diventare una marionetta nelle mani del giovanissimo aguzzino, che un giorno gli chiederà persino di uccidere per lui... 
                                                                                                La recensione
Guardo i film dell'orrore per sport. Leggo i libri gialli per tenermi in allenamento.
Possono sorprendermi forse con un colpo di scena ad effetto o con un finale ben congegnato, ma assai raramente mi fanno percepire le scosse della paura o la tensione di un pericolo imminente che, come un brivido freddo, mi percorre gelido le membra.
E' sempre stato così.
Le mie prime letture: Stephen King e Dean Koontz. I miei registi di culto: Lucio Fulci, Wes Craven e George A. Romero. Sono la persona più insicura e fragile di questo mondo, ma se c'è una cosa di cui sono sempre stato consapevole è la spessa barriera che separa la mia realtà dalle ombre più torbide dell'immaginazione. Questa certezza mi ha sempre fatto sentire protetto.
Tra me e la “finzione”, lo schermo di un televisore o le fitte pagine di un romanzo. Labirinti che fanno sentire me al sicuro, leggero e fluttuante sul limite che separa due mondi.
Leggere Lo specchio del male ha suscitato in me rabbia, fastidio, apprensione, paura.
La paura suscitata dall'insana attrazione verso una storia del genere: disturbante e disturbata.
La paura che si prova stando sulla soglia di un precipizio; timore di cadere e desiderio di volare.
La vita è un complesso labirinto; il futuro è un osservatore silenzioso e la stragrande maggioranza dei tuoi pensieri e delle tue azioni è una verità che rimarrà sconosciuta al resto del mondo. La vita è un cazzo di puzzle mistico del tutto privo di soluzione.
Il romanzo d'esordio di Davide Simon Mazzoli riscrive le regole del thriller, inaugurando un nuovo capitolo nella narrativa del brivido. Non imita i giallisti americani, né rende il suo libro una lettura facile e veloce dal sapore tipicamente internazionale. Niente di tutto questo.
Lo specchio del male è la storia del Re della montagna e della sua discesa negli inferni nell'anonimato di un grigio paese di periferia. La storia di un uomo mediocre, di uno scrittore fallito, di un marito fedifrago e del suo personale patto con il Diavolo. Un diavolo crudele, subdolo, che ha gli occhi innocenti di un bambino e le fiamme dell'inferno nel suo cuore senza più sentimenti. Un patto di sangue. Una partita a scacchi di omicidi e follia.
Lo specchio del male è provocatorio, osceno, arrogante, coprolalico, cinico, spietato.
Ha lo spirito e il genio visionario di Kubrick, Tarantino e Cronemberg, la raffinata struttura narrativa delle sceneggiature di Hitchcock e il temperamento chiassoso e trascinante degli horror all'italiana degli anni '70.
Ricordando lo stile affilato e inconfondibile di Chiara Palazzolo e strizzando l'occhio a On Writing di Stephen King, potrei definire questo romanzo una versione cartacea del film La pelle che abito, ultima, controversa fatica di Pedro Almodovar.
Un inizio vagamente kitsch. Un sviluppo delirante e poco lucido. Un finale “sconvolgentemente” realistico, capace di toccarti nel profondo, di scuoterti e di spossarti.
Il periodare frammentato è un singhiozzo dentro a un pianto, un'imprecazione brusca, un lampo che squarcia il velo placido del cielo. E' cacofonico, onomatopeico. Tutto è impreziosito da un'edizione riccamente curata, economica e di impeccabile fattura. Inusuali il font e l'impaginazione, capaci di rendere concreta e tangibile l'originalità del romanzo. Macchie d'inchiostro, schizzi copiosi di sangue, goccioline di caffè e tracce d'oblio a macchiare i margini di quest'ottima novità della  Tre60.
Quella dell'autore è una scrittura che lascia il segno. Ti riempie la bocca del sapore amaro della bile. Come cibo andato a male, ti rimane sullo stomaco. Ti disorienta, ti fa ridere del macabro di una tragedia, ti sorprende con alcune di quelle riflessioni talmente tanto pungenti che non hai mai avuto il coraggio di pronunciare a voce alta. Molte pagine scorrono veloci, altre risultano perfino difficili da sopportare. Pur avendo precedentemente intuito lo sviluppo degli eventi, l'epilogo è risultato ugualmente spiazzante e cattivo. Scorretto. Sporco. Un pugno nello stomaco.
Ho richiuso il volume, ho respirato a pieni polmoni e, con le palpebre tremanti, mi sono passato stancamente una mano sul viso e tra i capelli. Sudore, brividi, disgusto, rabbia. Retroscena di un incubo da cronaca nera. Lo specchio del male è questo.
Per una volta, non ho parole. Leggere per credere.
Il mio voto: ★★★★ +
Il mio consiglio musicale: Psycho Killer – Talking Heads

1 commento:

  1. Sto leggendo recensioni in giro su questo romanzo, per vedere se vale la pena comprarlo, la tua mi ha convinto. Complimenti davvero bella recensione:)

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