Ciao
a tutti, amici. E' già venerdì! Questo weekend, ho deciso di non
tornare a casa: studio (si spera!), film (ovvio!), freddo
(purtroppo!). Questa mattina, subito dopo la colazione, mi sono messo
all'opera: ho finito il romanzo che avevo in lettura e,
immediatamente, ho deciso di parlarvene. Non è un romanzo da
consigliare a tutti, ma io sono tra quelle persone che l'hanno
apprezzato così com'è: incompleto, un tantino lento, frettoloso, ma
emozionante. Decisamente. Ringraziando la casa editrice, vi auguro
una buona lettura e uno splendido weekend. Un bacione, M.
Jacob
rappresentava la sconfitta del tempo. Era il tempo fuori sincronia,
un tempo più perfetto di quanto non fosse mai stato. Era la vita
come avrebbe dovuto essere. Questo erano tutti i Redivivi.
Titolo:
The Returned
Autore:
Jason Mott
Editore:
Harlequin Mondadori
Prezzo:
€ 16,00
Numero
di pagine: 336
Sinossi:
Per
Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso
tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo
compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una
vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il
dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino,
misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha
ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno
tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo
intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di
una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con
una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia
di sovvertire il significato stesso di genere umano.
La recensione
“Alcune
persone chiudono le porte del loro cuore quando perdono qualcuno.
Altre tengono porte e finestre aperte, lasciando che i ricordi e
l'amore vi passino liberamente. E forse era così che doveva
succedere. Stava succedendo lo stesso in tutto il mondo.” The
Returned racconta la storia di
uno, due... mille ritorni. Ritorni di aspiranti Ulisse che, in cerca
della strada per arrivare dalle loro amate e personali Penelope,
hanno attraversato mari, cieli, pericoli: l'intero aldilà. Sono
ritornati dal regno dei morti con ricordi nebbiosi, corpi
perfettamente intatti, menti lucide nelle quali, scolpita
indelebilmente, c'era l'immagine della loro casa perduta. Il romanzo
di esordio di Jason Mott è il post Warm Bodies,
il post Pet Sematary:
una toccante, dolorosa, originale e romantica testimonianza post
mortem. Mostra, sin dall'accattivante incipit, un mondo
improvvisamente sovrappopolato, in cui i morti – abbandonati i loro
vecchi e polverosi giacigli – camminano insieme a noi. Al nostro
fianco. Quando non ci sarà più posto all'inferno, i
morti cammineranno sulla terra: così
recitava la frase promozionale dell'horror ormai cult diretto dal
leggendario George A. Romero. Lui, in quella celebre pellicola del
1978, parlava di zombi; parlava di sangue, morte, malvagità. Di
creature sputate dalla gola rovente e catramosa dell'inferno. La cosa
sorprendente di The Returned è
il sapere scavalcare abilmente il cliché per eccellenza, pur
partendo da punti di partenza piuttosto simili, nelle linee generali.
Inizialmente, pieno di entusiasmo, avevo avuto l'impressione che il
romanzo di Mott fosse una sceneggiatura perfetta per un film
perfetto. Era, almeno nella prima parte, uno di quei libri che non
riesci a poggiare sul comodino senza aver prima conosciuto la fine
della storia. Pieno di inquietudine, rabbia sommessa, sussurri e
bisbigli che, alla resa dei conti, dicono cosa, esattamente? Parole
d'amore. Nessuna paura, nessun timore. Ma c'è il pericolo costante,
c'è la violenza dell'uomo, c'è il dubbio, onnipresente come un
chiodo fisso. La storia si apre con il risveglio di Jacob, otto anni.
Confuso e disorientato, si sveglia in un posto che non conosce, tra
genti che parlano lingue esotiche e misteriose, accanto a un fiume
molto simile a quello che vide, cinquant'anni addietro, prima di
chiudere per l'ultima volta gli occhi. Durante il suo lungo sonno
ininterrotto, tante cose sono cambiate: Jacob sa che non bisogna più
aver paura del colore della pelle dell'omaccione gentile che lo
sta per riportare a casa; sa che i Redivivi affollano il mondo,
sfidando ogni equilibrio naturale; sa che i suoi genitori temono e
sognano di riabbracciarlo ancora, dopo mezzo secolo di lontananza.
Harold e Lucille Hargrave, però, non sono più la coppia giovane e
briosa di una volta: sono vecchi, stanchi di vivere e di litigare tra
loro, spossati e dilaniati dentro dal più grande dei lutti.
Loro,
insieme a comprimari particolarmente riusciti, sono personaggi
assolutamente meravigliosi, con il loro fare burbero, la falsa
saggezza portata dalla vecchiaia, gli occhi opachi per la miopia e le
inevitabili lacrime. Mettono in dubbio tanto, tutto, a quasi
settant'anni: scoprono, infatti, una grande verità. Dio, se c'è,
non ha tutte le risposte.
Sono figure composte da piccoli tasselli, e
che vivono di piccole cose. E le piccole cose, come direbbe l'anziana
e accorta protagonista, sono importantissime. Vivono ad Arcadia, una
città in cui tutti si conoscono e in cui tutti, alla lontana, sono
imparentati tra di loro; un posto lontano dal mondo, ma non dai
meccanismi di uno strano e contorto cambiamento epocale. Vicini alle
Sacre Scritture e ai sermoni domenicali, tutti, o quasi, reputano i
Redivivi creature del male: Arcadia – insieme al resto del mondo –
sta vivendo, infatti, una tragica storia da Antico Testamento.
Lazzaro e i suoi figli mai nati sono usciti dal loro sepolcro.
Eppure, nonostante la diffidenza, tutti hanno qualcuno da aspettare:
aggiungono un posto in più a tavola, tirano la casa a lucido,
spolverano il vecchio pianoforte del nonno di turno o il quadro di
mamma e papà. La vecchia Lucille ha avuto una vita monotona e
tormentata, passata ad addormentarsi in poltrona e a svegliarsi in un
ricordo felice di un passato felice, insieme a un bambino brillante e
vivace che – con i suoi fortini fatti di giocattoli – da grande
sarebbe sicuramente diventato un onesto e ricco architetto. Insieme
ai sogni, ci sono anche gli incubi, però: un'altalena vuota che il vento fa
cigolare, un nascondiglio da cui non esce più nessun bambino
sorridente, un fiume troppo profondo per un bagno benedetto dal sole
del 15 Agosto. Il suo, il loro Jacob ritorna, e il suo ritorno è, a
tratti, sinistro. A seguirlo, però, non è il tanfo della morte e i
suoi occhi dolcissimi non sono destinati a decomporsi barbaramente da
un secondo all'altro. E' bello, felice ed è vivo come lo era
cinquant'anni prima; non inquietante, solo immensamente tenero e
delicato.
Lo sa sua madre, lo sa suo padre: un uomo duro, cinico e
diffidente, che gira sempre con una croce tutta rovinata in tasca, ma
che non può dimenticare il naturale, puro amore per il sangue del
suo sangue. Imparerà a volere bene ancora – a una moglie splendida
e splendidamente irritante e ad un dolce bambino non morto –
durante una forzata prigionia nella vecchia scuola elementare di
Arcadia: il luogo in cui gente ignorante e divorata dai pregiudizi ha
chiuso crudelemente coloro che sono tornati in vita. Un triste e
sporco campo di concentramento, alimentato da commoventi storie e
ricordi sbiaditi che, forti, si levano al di là del filo spinato e
oltre le armi dei soldati. Onirico, intenso, appassionato e
credibile, The Returned è
un romanzo strano e sfuggente, che si avvale di uno stile maturo e
fluido – ho pensato a Stephen King e al Carsten Stroud di
Niceville: pensate un po'
- e di una sicurezza unica
nell'ambito del crossover. Raffinatissimo. Intimista, complicato e
sfuggente, lentamente imbocca una nuova strada – meno
entusiasmante, o forse solo meno commerciale – e, sempre
lentamente, ti imbriglia nelle sue domande senza risposta apparente,
nella sua prosa d'altri tempi, nei suoi sentimenti viscerali che ti
strizzano tutto quanto come una spugna. Lascia domande, non dà risposte. Eppure
domande senza risposta non lo saranno mai per davvero: tocca a noi
cercarle. Svegliarci, alzarci sulle nostre gambe e trovare tutte le
infinite, sfuggenti e mutevoli risposte possibili. Lascia con
sentimenti poco chiari, vero. Ma con una sensazione, allo stesso
tempo, che, insieme ai brividi, striscia sulla nostra pelle: sulla
nostra scorza dura di genitori, figli, lettori, esseri umani.
All'inizio mi piaceva moltissimo, poi mi ha deluso, prendendo una
strada tutta sua. Però ho capito che era quella la strada giusta,
anche se lungo il percorso non ho trovato scritte – su un segnale
stradale o su una corteccia d'albero – le risposte che sempre vado cercando. La ABC, immediatamente, si è ispirata al materiale di
Jason Mott per un serial televisivo, dal titolo
Resurrection. Il trailer (qui)
mostra sequenze identiche, perfette. Ma i sentimenti? Non si
sfilacceranno come un gomitolo di lana rossa, tra un episodio e
l'altro? Tutta la verità è scritta nelle ultimissime pagine, nella
toccante nota dell'autore: The Returned
è un libro sul perdono: un libro per perdonarsi, per pareggiare i
conti in sospeso; scritto più per sé stessi che per gli altri. Lo
vedo fuori posto. Nella collana Harlequin, in TV, sullo scaffale
dedicato al paranormal. E' un qualcosa di estremamente personale, ma
sono felice come un bambino: l'autore è stato così generoso,
infatti, da voler condividere questa sua visione ad occhi aperti con
noi. Già la copertina, con quel bambino biondo a testa in giù,
doveva farmi pensare a un altro libro altrettanto strano,
altrettanto “fuori”: L'età dei miracoli.
Dove la fantascienza diventava un'ottima scusa – la migliore - per
parlare esclusivamente di noi stessi.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Asaf Avidan – Reckoning Song (One Day)
Ti consiglio la serie televisiva francese Les Revenants: la trama è praticamente la stessa (un paesino dove i morti cominciano a tornare e cercano di riprendere da dove hanno lasciato), ed è veramente notevole sia dal punto di vista dei sentimenti dei personaggi che dal lato mistero :)
RispondiEliminaHo il pilot da mesi sul pc, Katerina: seguirò il tuo consiglio :))
Eliminales revenants è da non perdere assolutamente!
EliminaCe l'ho in lettura proprio adesso..però non ho resistito alla recensione e dovevo vedere se ti era piaciuto o meno..bene, sono contenta adesso, anche perchè sono ancora all' inizio e non riesco perfettamente a inquadrarlo, non sembra il paranormal "classico" e questo mi incuriosisce molto..proseguiamo nella lettura ;)
RispondiEliminaPasserò a leggere, in definitiva, come l'hai trovato :)
EliminaBellissima recensione Mik! È il mio prossimo libro da leggere, spero tabto che riesca a catturarmi!! *__*
RispondiEliminaLo spero anch'io. E grazie mille, Frannie!
EliminaSplendida recensione che mi trova perfettamente d'accordo. Condivido in pieno anche l'accostamento a King e le tue considerazioni finali circa la collocazione di questo romanzo (difficilmente etichettabile in realtà) e la trasposizione cintematografica. Quest'ultima mi incuriosisce tanto.
RispondiEliminaAnche a me, Miriam. Giudicheremo insieme!
EliminaUh uh, lo devo avere. E' un libro che mi perseguita *_*
RispondiEliminaLa recensione mi è piaciuta molto e spero di avere questo libro tra le mani il più presto possibile. Mi dispiace ma non ho nemmeno premuto play riguardo alla canzone. Mi da il voltastomaco scusa =(
Addirittura, claudina? Io la adoro troppo, ma esclusivamente nella versione acustica: a Sanremo 2013, se non sbaglio, il cantante mi ha messo i brividi.
EliminaDevo dire che mi hai incuriosita! Soprattutto riguardo al finale XD poi va beh il libro di per sé ha una trama che mi affascina troppo :3
RispondiEliminaDi sicuro sarà tra le mie prossime letture e da brava telefilm addicted guarderò la serie di sicuro :D
Ahahaha, brava :D
EliminaHo subito pensato all'Età dei Miracoli, romanzo che tra l'altro mi era piaciuto molto, quindi se l'autore ha voluto usare i redivivi per fare riflessioni intimistiche non posso che appoggiare questa scelta. Spero non mi deluda. Soprattutto nel finale.
RispondiEliminaSono curioso di sapere cosa ne pensi, Silvia. E io aspetto un nuovo romanzo dell'autrice di L'età dei Miracoli: ci spero troppo :)
EliminaVoglio sia il libro che il telefilm, mi intriga molto...e poi mi piacciono queste storie piene di sentimento in stile Warm bodies (Dio quanto l'ho amato)...
RispondiEliminaAnch'io, Dean. Un po' meno il film che, per quanto carino, non lascia tanto.
Eliminama com'è che stanno parlando tutti di questo romanzo?
RispondiEliminasiete stati pagati oppure vale davvero la pena leggerlo? :)
Ma magari, Marco! Mollerei tutto e farei solo quello :P
EliminaE' che, gira e rigira, la casa editrice ha inviato la scheda (o il romanzo stesso) a molti blog letterari come il mio. Poi Novembre è stato un mese un po' povero di uscite: meglio per i miei soldi!
E' la prima recensione che leggo di The Returned complimenti, veramente! Ero già molto curiosa appena seppi della sua uscita, l'altro giorno l'ho visto in libreria, ero molto tentata di penderlo subito, ma ho aspettato. Ora però sono sicura che prima o poi finirà tra gli acquisti :)
RispondiEliminaGrazie mille, Cristina, e benvenuta, se non te l'ho già detto :))
EliminaEh no, quindi grazie ;)
EliminaTornerò a leggerla non appena avrò finito la lettura ^^
RispondiEliminaOk ;)
EliminaLo sto leggendo anche io! Sono più o meno a metà e la prima parte l'ho praticamente divorata...ora sono in fase di stallo...spero di finirlo questo fine settimana.
RispondiEliminaComprendo. Anche a me, all'inizio, la seconda parte ha lasciato un po'... così. Spero che ti piaccia ugualmente, nonostante la diversità con gli inizi!
EliminaIo l'ho appena letto e mi è piaciuto tantissimo... In effetti hai ragione, è talmente particolare e unico che è difficile dargli una collocazione ^^ Non vedo l'ora di guardare il telefilm per scoprire se gli hanno reso giustizia. Cone sempre bellissima recensione :-D
RispondiEliminaGrazie mille, Lo. Contento che ti sia piaciuto ^^
EliminaSono lieta di sentire che ti sia piaciuto, Mik! ^^ Io ho letto i tre mini-prequel e, sinceramente, li ho trovati un po' bruttini (patetici in alcuni punti, semplicemente banali in altri, nonostante l'ottima premessa originale). Stavo cominciando a titubare sull'acquisto del libro vero e proprio... riprenderò la cosa in considerazione! ;D
RispondiEliminaIo quelli non li ho letti! Non ti so dire :(
EliminaL'ho snobbato a causa di tutto il parlare che ne facevano, ma appena mi sono informaa un po' ne sono rimasta colpita. Da leggere :)
RispondiElimina:))
EliminaSei proprio imperdonabile sai? Questo libro l'ho ignorato da sempre e nemmeno mi sfiorava l'idea di leggere la trama. Imperdonabile, ora mi tocca leggerlo u-u
RispondiEliminaVoglio evitare spoiler involontari quindi non leggo la recensione, ma appena finisco il libro recupero! A me sta piacendo parecchio, sto andando un po' a rilento ma mi attira.
RispondiEliminaHa quel misto tra giallo-non-giallo e libro-cronaca. Sembra sai quegli special che fanno in tv in cui dicono i fatti, le cose come stanno, di un qualcosa accaduto veramente? Non so se mi sono spiegata, ahah!
Comunque, per ora me gusta! :3