Nessuna
estate dura per sempre.
Titolo:
Joyland
Autore:
Stephen King
Editore:
Sperling & Kupfer
Numero
di pagine: 352
Prezzo:
€ 19,90
Sinossi:
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno
studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché
la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare
qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park.
Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto
bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw,
che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in
bolletta come lui e ben presto inseparabili amici;
dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile
del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde
un terribile segreto: nel Castello, infatti, è rimasto il fantasma
di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così,
mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il
suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che
minaccia Heavens Bay. E
difendere la donna della quale nel frattempo
si è innamorato.
La recensione
“Ero
un verginello di ventun anni, con aspirazioni letterarie. Avevo tre
paia di blue jeans, quattro di boxer, un rottame di Ford, sporadiche
idee suicide e un cuore spezzato. Che dolce, eh?”.
Devin,
questi sono i ragazzi. Ragazzi, questo è Devin. Un tipo magrolino,
insoddisfatto, grigio. Una vita da dipingere su una tela
monocromatica, scura e piatta proprio come la sua esistenza. E'
sempre stato così: né felice, né triste. Perennemente depresso e
annoiato, con una fidanzata che protegge il fiore della sua verginità
con le unghie, con i denti e una lunga lista di improbabili bugie e
mal di testa e l'ambizione segreta, sin da bambino, di diventare un
grande scrittore - pur non avendo mai impugnato una penna per dare
concretezza a una storia sfuggente – e, nella camera
dell'accogliente pensione di Mrs Shoplaw, un cassetto zeppo di
pacchetti di preservativi mai aperti, calzini spaiati, mutande
stinte, ma privo di un misterioso doppio fondo in cui è nascosto il
tipico manoscritto di cui vergognarsi un po', e un po' andare fieri.
Il mio ritratto, praticamente - ragazza stronza e sporadici ed
infantili pensieri di morte a parte.
“Con il passare del tempo, ho scoperto che raramente i gentiluomini trombano. Una massima degna di essere ricamata su una tovaglia da appendere in cucina”. Amen, amico mio: una verità universalmente nota, ormai. Ma ritorniamo alla storia!... All'inizio del romanzo, il protagonista – giovane universitario spiantato e in cerca di un lavoretto per mantenersi: il me dell'anno prossimo, probabilmente – scopre Joyland, un parco divertimenti sulla costa americana; ricco e affollato, in un'estate in cui, ancora una volta, è riuscito a sopravvivere alla concorrenza dei terribili, competitivi e meravigliosi Disney Worlds che stanno fagocitando i parchi più piccoli come se fossero poco più che deliziosi e colorati cupcakes. Gnam...Gnam... e, prendendo baracca e burattini, come si dice, si chiude bottega. Lui lì si scopre felice. E, mentre goffo e sudato, balla attorniato da bimbi adoranti non pensa più alla ragazza che gli ha rotto in due il cuore, ai sacrifici fatti o da fare e al fantasma che si racconta popoli il parco. Viene pagato per regalare gioia alla gente. Nella sua estate più bella – quella del 1973 – ci sono i Doors e i Pink Floyd che cantano in sottofondo, cacce ai fantasmi e falò sul mare, amori e amicizie speciali, strade dai nomi di caramelle e dolciumi, dedali di giostre e ruote panoramiche. Un mondo di nomi in codice e saltimbanchi.
“Con il passare del tempo, ho scoperto che raramente i gentiluomini trombano. Una massima degna di essere ricamata su una tovaglia da appendere in cucina”. Amen, amico mio: una verità universalmente nota, ormai. Ma ritorniamo alla storia!... All'inizio del romanzo, il protagonista – giovane universitario spiantato e in cerca di un lavoretto per mantenersi: il me dell'anno prossimo, probabilmente – scopre Joyland, un parco divertimenti sulla costa americana; ricco e affollato, in un'estate in cui, ancora una volta, è riuscito a sopravvivere alla concorrenza dei terribili, competitivi e meravigliosi Disney Worlds che stanno fagocitando i parchi più piccoli come se fossero poco più che deliziosi e colorati cupcakes. Gnam...Gnam... e, prendendo baracca e burattini, come si dice, si chiude bottega. Lui lì si scopre felice. E, mentre goffo e sudato, balla attorniato da bimbi adoranti non pensa più alla ragazza che gli ha rotto in due il cuore, ai sacrifici fatti o da fare e al fantasma che si racconta popoli il parco. Viene pagato per regalare gioia alla gente. Nella sua estate più bella – quella del 1973 – ci sono i Doors e i Pink Floyd che cantano in sottofondo, cacce ai fantasmi e falò sul mare, amori e amicizie speciali, strade dai nomi di caramelle e dolciumi, dedali di giostre e ruote panoramiche. Un mondo di nomi in codice e saltimbanchi.
Un circo di risate, stupore, infanzia, con
indovine dall'accento straniero, tanto esotico quanto fasullo, ed
animali amichevoli ed esclusivamente di peluche. Enormi mascotte
impellicciate in cui, dentro, c'è un pischello sudato, mezzo nudo e
in preda a un esaurimento nervoso pressoché imminente. Anziano, il
protagonista si guarda alle spalle. Il pensionamento davanti, la
morte al passo successivo. Racconta l'estate dei suoi 21 anni con
arguzia, nostalgia e la saggezza di chi ha vissuto tanto, a lungo,
intensamente. Con gli occhi velati per la commozione, o forse per la
cataratta, compara passato e presente: parla delle coppie che
nasceranno, di quelle che scoppieranno al primo litiglio, di amici
che vivranno una bella vita e di altri che, invece, non
raggiungeranno mai una rugosa e soddisfacente vecchiaia, piena di
nipoti e rimpianti come la sua. A raccontare il tutto, un autore
d'eccezione di cui, immediatamente, salta all'occhio una leggerezza
immane, contagiosa, irresistibile, senza peso: Stephen King. Lui
scrive con la stessa facilità con cui si respira. Respira per
scrivere, scrive per respirare. E' nato per farlo e, dopo una lunga,
lunghissima gavetta, ha conquistato scettro e corona, il titolo di
re.
Re del brivido, ma che, ancora una volta, sceglie di cimentarsi con
qualcosa di diverso dai racconti macabri, cruenti e geniali che
l'hanno reso quello che è. Chi non lo ha mai letto ci vedrà solo
una storiella estiva di spiriti in cerca di pace e prime volte. Uno
Stephen King “da ombrellone”. Io ci ho visto un mondo. Il suo. Un
regno d'inchiostro e fantasia che non ha solo case stregate e
spauracchi, ma anche viste che mozzano il fiato e lacrime pure,
proprio come lo sono i sorrisi e i sospiri che dona. Io, che lo leggo
da quando sono piccolissimo, ho visto tra le righe un milione di
sfumature. Forse, anche quello che non c'è scritto. Mi
è sembrato il racconto di un nonno ad un nipote, pieno di velate
bugie e grandi verità proprio come lo è ogni storia riesumata tra i bagagli dei ricordi di un anziano chiacchierone e instancabile. Con la
voglia di parlare, di raccontare, di sentirsi – per età – vicino
a James Barrie; per energia, a Peter Pan. Una scrittura emozionante
ed emozionata lo rendono un testamento morale, la fine di un vecchio
ciclo e l'inizio di uno nuovo. 22/11/63 – intenso,
audace, coraggioso, capolavoro – era il nuovo. Questo Joyland
è un'occhiata lacrimosa e
malinconica dalla finestra dell'adolescenza, forse l'ultima prima che il treno fischi e vada oltre. Gli anni
passano e Stephen, come tutti, sta invecchiando.
Io l'ho letto come un addio a Carrie, Stagioni diverse, La bambina che amava Tom Gordon, agli anni ormai passati e, soprattutto, ai bambini curiosi e impulsivi di quella meraviglia di film che è Stand By Me. E' una festa d'addio. Questo luna park non è costruito sulla casa dello spaventoso e sanguinario It, ma in una landa su cui brilla quasi sempre l'arcobaleno, con il sole e le tempeste di acqua e vento. Nell'america calda, vivace e rockettara del film Adventurland. Ci sono bambini dalle doti magiche, mamme forti e mamme a pezzi, eroi per caso, prime delusioni e primi baci dati in mezzo alla felicità e al casino di un letto sfatto, convogli che fanno tappa in zone d'ombra, dove il mistero e la morte aleggia per sempre. Morte che, insieme all'amore, è analizzata nella complessità delle sue forme. In relazione all'aldilà o all'aldiquà, alle azioni efferate di un folle o agli scherzi di una vita dotata di grottesco e cinico black humor. Il destino segue una simmetria tutta sua: quanto è vero. Mentre leggevo e sottraevo tempo allo studio, proprio come sto facendo adesso, ho ripensato al mio primo giorno di scuola del quarto ginnasio. Nello zaino, avevo il mio ultimo acquisto: Il talismano, un potente fantasy scritto a quattro mani da King e Peter Straub. Adesso, cinque anni e diverse centinaia di libri dopo, ho accolto gli esami ormai alle porte in compagnia di Joyland. Sempre bello, sempre di King. Sono anni che ci facciamo compagnia. Un secondo padre, uno zio famoso, un amico favoloso anche se ignora ostinatamente e comprensibilmente la mia esistenza, un maestro saggio e un compagno di letture a cui posso dire solo una cosa: grazie, ancora una volta, per il lungo viaggio fatto insieme. E' stato un onore.
PS. Mr King, alla lettera per Hogwarts ci ho rinunciato, alla fine. Ma aspetto ancora che lei mi adotti, sotto sotto. So che non è Angelina Jolie – non vedo labbroni rosso lampone in giro e un asilo nido di bambini che portano tutti il cognome del bel Brad Pitt – ma sa, mai dire mai...
Io l'ho letto come un addio a Carrie, Stagioni diverse, La bambina che amava Tom Gordon, agli anni ormai passati e, soprattutto, ai bambini curiosi e impulsivi di quella meraviglia di film che è Stand By Me. E' una festa d'addio. Questo luna park non è costruito sulla casa dello spaventoso e sanguinario It, ma in una landa su cui brilla quasi sempre l'arcobaleno, con il sole e le tempeste di acqua e vento. Nell'america calda, vivace e rockettara del film Adventurland. Ci sono bambini dalle doti magiche, mamme forti e mamme a pezzi, eroi per caso, prime delusioni e primi baci dati in mezzo alla felicità e al casino di un letto sfatto, convogli che fanno tappa in zone d'ombra, dove il mistero e la morte aleggia per sempre. Morte che, insieme all'amore, è analizzata nella complessità delle sue forme. In relazione all'aldilà o all'aldiquà, alle azioni efferate di un folle o agli scherzi di una vita dotata di grottesco e cinico black humor. Il destino segue una simmetria tutta sua: quanto è vero. Mentre leggevo e sottraevo tempo allo studio, proprio come sto facendo adesso, ho ripensato al mio primo giorno di scuola del quarto ginnasio. Nello zaino, avevo il mio ultimo acquisto: Il talismano, un potente fantasy scritto a quattro mani da King e Peter Straub. Adesso, cinque anni e diverse centinaia di libri dopo, ho accolto gli esami ormai alle porte in compagnia di Joyland. Sempre bello, sempre di King. Sono anni che ci facciamo compagnia. Un secondo padre, uno zio famoso, un amico favoloso anche se ignora ostinatamente e comprensibilmente la mia esistenza, un maestro saggio e un compagno di letture a cui posso dire solo una cosa: grazie, ancora una volta, per il lungo viaggio fatto insieme. E' stato un onore.
PS. Mr King, alla lettera per Hogwarts ci ho rinunciato, alla fine. Ma aspetto ancora che lei mi adotti, sotto sotto. So che non è Angelina Jolie – non vedo labbroni rosso lampone in giro e un asilo nido di bambini che portano tutti il cognome del bel Brad Pitt – ma sa, mai dire mai...
Il
mio voto: ★★★★★
Il
mio consiglio musicale: The Beatles - Come Together
Una splendida recensione, all'altezza del RE. Eh, eh, sono una sua fan fedele e assolutamente di parte:) Il libro è sul mio comodino dal 4 giugno, è lì che mi guarda e mi tenta. L'ho comprato alla velocità della luce ma, per corretttezza, smaltisco prima i libri ricevuti da autori ed editori per le recensioni. Non vedo l'ora di tuffarmi tra le sue pagine e il tuo commento ha fatto crescere a dismisura il mio desiderio!
RispondiEliminaGrazie mille, Miriam! Tu comprenderai perfettamente quello che ho tentato di dire (:
Elimina*corre a nascondersi per non aver ancora letto nulla di King* T.T
RispondiEliminasono una brutta persona,lo so.
Comunque, bellissima recensione come sempre!
Bruttissima, davvero u.u Tanto hai tutto il tempo del mondo per leggerlo, guarda: i suoi romanzi sono come i Rotoloni Regina. Non finiscono mai. Hai la grande fortuna di poter scegliere da dove cominciare! ;)
EliminaPenso proprio che lo leggerò, la tua recensione mi ha davvero incuriosita! E mi piace l'idea del consiglio musicale allegato!
RispondiEliminaGrazie Athenae. Al consiglio musicale ci sono tanto affezionato: qui - tra canzoni dei Doors, dei Beatles e dei Rolling Stones (alcuni dei più grandi) - è stata un'ardua scelta!
EliminaNon è proprio il mio genere King, per ora passo questo romanzo nonostante il tuo giudizio più che positivo; anche se a quanto ho capito sei un suo fan ;)
RispondiEliminaIo non sono un suo fan, Nico. Sono IL suo fan :) Se viene in Italia per qualche strana ragione, mi piazzo davanti al suo albergo con maglietta e libri da autografare. Tipo bimbetta al cospetto dei One Direction!
EliminaHo sempre letto con passione i libri di Stephen King, ricordo "Le notti di Salem" e "Shining" anche se il mio preferito rimane "Il miglio verde".
RispondiElimina"Il miglio verde" mi manca, ma conosco il film a memoria :)
EliminaIo non amo King, per principio. Non amo il genere e neanche il suo stile. Cioè, non è di quello che mi incanta e mi fa pensare: quest'uomo è un genio. Letto Carrie, ho abbandonato king senza troppe remore.
RispondiEliminaMi sono ritrovata a leggere questo più per caso che per scelta volontaria, (e soprattutto perché dall'impaginazione si capiva che sarebbe stato breve e scorrevole) e non dico che non mi è piaciuto, ma che l'ho trovato un libro troppo facile. Ho avvertito anch'io un senso di nostalgia, forse anche di rimpianto per un passato che non c'è più. Ho avvertito la volontà di creare un'atmosfera ormai andata... però la storia, lo sviluppo... troppo facili, troppo semplici. mi aspettavo molto di più.
Ho detto ciò giusto per confrontarmi con la tua recensione, che comunque è spettacolare, al solito ^_^
Mio padre, che la pensa esattamente come te su King, ha letto il romanzo prima di me e anche lui l'ha trovato semplice e un po' troppo leggero. E dire che lui solitamente non legge niente di niente, pensa un po'! 22/11/63 è un libro talmente completo e complesso che, credo, colpirà anche te che non sei una sua fan. Questo, invece, aveva ed ha limiti evidenti su cui solo noi - suoi lettori sfegatati - possiamo sorvolare: perché ci sono, eh, ma per chi lo legge da quasi una vita è una sorta di ultimo regalo. Infatti, come ho detto a un ragazzo in chat che mi aveva chiesto qualche impressione a caldo, io non lo consiglierei a chi vuole avvicinarsi all'autore. Lui è altro, ma questo "Joyland" è la chiusa parziale di un gran bel percorso :)
EliminaPS. Ma non ti puoi fermare a Carrie: è il primo che gli hanno pubblicato! Io non l'ho letto - sarà che il film di De Palma non mi era piaciuto per niente - ma penso che comunque lo farò a breve :)
Sarà che la mia età è più vicina a quello di tuo padre che alla tua!
Eliminae quanto al fermarmi a Carrie, diciamo che io non volevo manco iniziare: una mia amica fissata di king mi costrinse a leggerne uno e scelse lei per me. Scelta sbagliata!
22-11-63 ce l'ho, me lo feci addirittura regalare, magari lo provo... poi anche a me attirava Dome, ma la mole no!
Di The Dome guarderemo sicuramente il telefilm, però. Giusto? :) Poi, se la trama mi prende, magari prenderò coraggio e superò lo scoglio rappresentato da tutte quelle pagine!
EliminaBellissima recensione penso proprio che lo leggerò!
RispondiEliminaBravo Michts!
Eliminaecco, lo sapevo! lo voglio tantissimo tantissimissimo pure io :D
RispondiEliminajOYLAND <3
E io voglio andare a Joyland tutta l'estate <3 Guarda, mi metto anche la pelliccia da mascotte sotto il sole d'agosto!
EliminaStupenda recensione! Un inno alle meravigliose doti del grande re dell'horror, capace di suscitare in chi si è innamorato di lui in tenera età (come me... ormai più di un ventennio fa!)la più disparata gamma di emozioni! Creatore di mondi di fantasia reali come la via che vedo dalla finestra. King è e sarà sempre nel mio cuore il numero uno. E adesso mi abbandono alle lacrime perchè ancora non ho comprato la sua ultima opera e visto i propositi estivi della To be read List mi toccherà aspettare un'eternità... disperatissima me :'(
RispondiEliminaGrazie mille, Lo. Allora anche tu lo adorerai! :) Mi raccomando, rispetta i propositi della To be read List, eh! :P
EliminaHo aspettato questa tua recensione con ansia, da quando ho visto sul tuo blog che era il libro che stavi leggendo!
RispondiEliminaCredo che appena potrò acquisterò questo libro perchè King come per te è stato il mio primo amore! Tu ricordi il primo ginnasio, io invece ricordo un'estate di una vita fa, quando sotto l'ombrellone, da liceale (quindi sono passati quasi vent'anni arghhhhhhhhhhhh...) diventavo divoratrice di libri leggendo in un paio di giorni "L'ombra dello scorpione" e poi sono andata avanti con tutti gli altri, Misery, Carrie, IT...tutti meravigliosi!!! Per anni ho divorato praticamente tutti i suoi libri, poi me ne sono allontanata crescendo. Ora leggendo questa recensione ho voglia di riavvicinarmi perchè mi hai come sempre conquistato!
Probabilmente saresti in grado di fermi leggere qualsiasi cosa! ahaahhahahahaha ;)
P.S: In culo alla balena per l'esame imminenteeeeeee!!!
Grazie Daniela :) Eh già, il primo amore non si scorda mai! Io ne ho letti tantissimi - ricordo come se fosse ieri quando me li prestava Nicoletta, la mamma di un'amica di mio fratello - ma effettivamente me ne mancano diversi, soprattutto i più lunghi, che mi spaventano un po': devo recuperarli!
EliminaRecuperali!!!!
EliminaL'ombra dello scorpione rimane il mio preferito...ma forse per quello che rappresenta!! Ora dopo così tanto tempo dovrei anche rileggerlo...
:)
Devo dire che non ho mai letto nessun libro di Stephen King, ma semplicemente perché amo di più seguire gli horror in tv! La trama come sempre è intrigante e ... spaventosa O.O
RispondiEliminaEffettivamente appare spaventosa, ma non lo è quasi per niente. Anzi, è tutto molto allegro e nostalgico. C'è il mistero, ma non c'è nè violenza nè orrore. E' un King diverso dal solito, ecco. Quello di "Stand by me" e "Le ali della libertà" :)
EliminaLo voglio, lo voglio, lo vogliooooooooo XD
RispondiEliminaAdesso però u.u ti faccio una domanda difficile preparati... allor nella libreria in salotto ci sono tipo una ventina di libri di King (di mia madre che lo ha sempre amato incondizionatamente)... ecco la domanda è: da quale cavolo inizio?! XD
Voglio davvero provare a leggere qualcosa di suo... ma da dove iniziare?! Dimmi un po' u.u mi fido u.u
Ho fatto un escursione di là... ecco tutti i titoli :P
EliminaUscita per l'inferno, Il miglio verde, Christine la macchina infernale, L'incendiaria, IT, Insomnia, Il libro dei morti viventi, Dolores Claiborne, Cose preziose, Danse macabre, La bambina che amava Tom Gordon, Gli occhi del drago, Unico indizio la luna piena, L'ombra dello scorpione, La metà oscura, Le creature del buio, Incubi e deliri, La storia di Lisey
Quali sono i migliori secondo te? Penso i preferiti di mia madre fossero "La bambina che amava Tom Gordon" e "It" XD
Ti parlo di quelli che ho letto io:
Elimina"Christine" e "L'incendiaria" sono entrambi molto carini. Più il secondo del primo, però. "Dolores Claiborne" è teso, drammatico, molto profondo: veramente bello, proprio come il film. "La bambina che amava Tom Gordon" a me non è piaciuto per niente, purtroppo: mi ha annoiato parecchio, anche se la storia è molto piacevole. "La storia di Lisey" è un po' pesantuccio, un mezzo insuccesso. "La metà oscura", invece, è un ottimo horror davvero. "Unico indizio la luna piena" si legge in un baleno: non so la tua edizione, ma quello che ho io è anche illustrata... Un horror per ragazzini, ma piacevele per i lettori di qualsiasi età. Idem per "Gli occhi del drago", che è una bella fiaba per grandi - anche quello ha qualche illustrazione qui e lì.
Ooook grazie dei consigli *-* vedrò un po'!
EliminaIo ai miei tempi ho cominciato con "L'ombra dello scorpione"!!! Splendido!
EliminaRecensione stupenda come sempre,amo i libri di King e ho visto anche tutti i film che ne sono stati tratti...leggerò anche questo sicuramente!^^
RispondiEliminaGrande, Indil! :)
EliminaCe l'hooooo!!! E speriamo di leggerlo al più presto... ultimamente sto avendo un gran bel ritorno di fiamma per Stephen King, sì sì!! *__*
RispondiEliminaBravo zio Stephen! :D
EliminaBeh, a 'sto punto non posso far altro che correre a leggerlo.
RispondiEliminaP.S.: due note a margine che c'entrano un trullo...
1) Ahimé, il tuo template su smartphone mi crea non pochi problemi nella lettura... colpa mia o colpa tua?
2) Ogni tanto mi arrivano notifiche di tuoi commenti che però poi non trovo nei miei post... colpa mia o colpa tua? :-D
Corro. Ci aggiorniamo a fine lettura.
Ciao Ester :D
Elimina1) Colpa mia! Mi ha detto lo stesso un'altra ragazza: una volta finiti gli esami, vedrò un po' cosa fare. Non avendo uno smartphone, ma uno di quei cellulari preistorici con l'antenna (no, non è vero, ma ci siamo vicini!), devo vedere di dare una regolata generale a tutto.
2) Quei commenti che non ti ritrovi, molto probabilmente, sono andati a finire tra gli spam: ultimamente Blogger lo sta facendo anche a me! Mah!
Perché non ho commentato King? O_O
RispondiEliminaConsiderando che sbavo su questo libro da mesi e che avevo anche letto la recensione quando l'hai postata c'è solo una spiegazione: mi sono rincoglionita!
Io faccio parte della schiera di fans del Re, per quanto riconosca che a volte possa risultare un po' pesante, ma secondo me più in alcuni vecchi romanzi, con gli anni si è alleggerito. E poi sono cresciuta con lui: Cujo, unico indizio la luna piena, la metà oscura (uno dei miei preferiti), gli occhi del drago, It, L'uomo in fuga... insomma è stato il mio "papi" letterario, e non potrò mai rinnegarlo!
Joyland lo leggerò quest'estate ^^
Tutti cresciuti da Stephen :) Allora sì, è vero: ha più figli lui che Brad Pitt!
EliminaSono proprio una persona orribile, con l'assurda quantità dei romanzi di King non ne ho letto nemmeno uno :P Pensare che il Natale scorso mi son fatta regalare It, è che mi mette paura...è più pesante di un mattone.
RispondiEliminaBellissima recensione, con quel Ps. mi hai fatta morire xD
Grazie Elena! Bellissima la tua immagine di "Divergent".
EliminaNota personale: devo leggere subito Insurgent!
Non sei l'unico! E dire che lo aspettavo da un anno quasi >.<
EliminaIl re è sempre il re e non si discute!!! il mio preferito? Il miglio verde! quello che ancora non mi fa dormire la notte? Shining! e tra questi molti altri! che dire? credo che tu abbia già detto tutto!
RispondiEliminaShining è da brividi davvero, Lara. Hai letto che è in uscita il seguito, Doctor Sleep? :D
EliminaConfesso: di King ho letto solo tre romanzi. Il primo, “It”, mi aveva terrorizzato alla perfezione, e avevo trovato geniale l’incastro tra passato e presente perfettamente bilanciati, un intreccio che non fa staccare gli occhi dalla pagina. Purtroppo, però, non credo sia il genere di libro che si rilegge una seconda volta.
RispondiEliminaAvevo, invece, adorato “Misery”, perché più psicologico, più sottile, più inquietante.
Ma il romanzo di King che mi è rimasto nel cuore (spero che non mi mangerai XP) è “Gli occhi del drago”.
Tutto ciò per dire che il Re che ho amato di più (anche se forse ho letto troppo poco di lui per dirlo) non è lo scrittore d’horror.
Sono molto interessata a “Joyland” proprio perché lo Stephen King che mi incuriosisce di più è lo scrittore che ha il coraggio di spaziare verso ambiti diversi da quello per cui è diventato famoso.
Insomma, per colpa tua, e della tua bellissima recensione, che me l’ha fatto notare, correrò a comprare questo libro. XP
Cara Gisella,
Eliminache grandissimo piacere! Mi fa piacere, alla fine, che tu abbia deciso di passare al "lato oscuro" di Blogger. Ho appena parlato di "Agave delle cose vaganti" ad alcuni amici, che spero si uniranno ai tuoi lettori. Se non merita il tuo blog di avere tanti sostenitori, allora chi lo meriterebbe mai...? :)
Ritornando a King: no, anzi! "Gli occhi del drago" è uno dei primissimi che ho letto. Cavolo, saranno passati quasi una decina d'anni! Ti ringrazio tanto per essere passata. Spero che leggerai presto anche tu "Joyland" e che, giovanile e vero com'è, ti conquisterà.
Caro Michele,
Eliminainnanzitutto, grazie mille per la pubblicità!
Non ho potuto fare a meno di passare al lato oscuro. ;) Qui ho incontrato blog e blogger molto interessanti con cui è un piacere parlare di libri, scambiarsi pareri e consigli. Anche perché credo che le letture e il dialogo siano un modo per arricchire i libri di significati nuovi e inesplorati.
p.s. spero di riuscire a leggere "Joyland" al più presto!
Un abbraccio!
Gran bella recensione. Gran bel romanzo.
RispondiEliminaRuss