L'odio
è un sentimento totale, senza sbavature, che appaga, che avvolge,
che no dà adito a nessun malinteso, a nessun dubbio. E' immediato e
frequente. L'amore è l'esatto opposto.
Titolo:
A casa del diavolo
Autore:
Romano De Marco
Editore:
TimeCrime
Numero
di pagine: 220
Prezzo:
€ 9,90
Sinossi:
Giulio Terenzi è un trentenne ambizioso e un impenitente seduttore:
ma proprio quando ogni cosa sembra andare per il meglio, la sua
promettente carriera di bancario viene stroncata dall’improvviso
trasferimento a Castrognano, un borgo sperduto tra i monti
dell’Abruzzo dove si ritrova a gestire, da solo, la piccola filiale
della banca per cui lavora. L’impatto con il paese si presenta a
dir poco scoraggiante. Il vecchio direttore della filiale, Rinaldi,
muore in un misterioso incidente stradale subito dopo aver passato le
consegne al giovane collega; esaminando i depositi e i conti correnti
della filiale, Terenzi nota poi delle gravi anomalie che fanno
pensare a una truffa architettata ai danni della baronessa De Santis,
una ricchissima ottuagenaria che vive nel palazzo situato di fronte
alla banca. Col passare del tempo, gli eventi misteriosi si
moltiplicano: strani simboli appaiono all’ingresso di abitazioni i
cui proprietari sono scomparsi nel nulla; un bambino inizia a
seguirlo come un’ombra, mostrandogli disegni che rappresentano
allucinate scene di morte; si vocifera di strani rituali celebrati
nei boschi, cui Terenzi non può e non vuole dar credito...
Nero
Italiano: non poteva esserci titolo migliore per questa nuova collana
della Fanucci TimeCrime. E non poteva esserci romanzo migliore per
inaugurarla.
A
casa del diavolo ha le
caratteristiche del caffè perfetto. Corto, amaro, nerissimo; come
solo in Italia lo sanno fare. Piccolo, forse, ma in grado di togliere
il sonno ad ogni calda e gustosa sorsata. Una
delle battute più conosciute del simpatico Benvenuti al
Sud recitava così: “Quando un
forestiero viene al sud, piange due volte. Quando arriva e quando
parte.”
Per
il protagonista del nuovo thriller di Romano De Marco, potrebbe non
arrivare mai il tempo per la seconda ondata di lacrime. A Giulio
Terenzi, alle prese con un nuovo incarico e un nuovo paese, infatti,
qualcuno potrebbe negare con la violenza il giorno del ritorno alla
sua amata Ascoli, appena qualche chilometro più a nord dalle
montagne abruzzesi di Castrognano tra le quali è stato segregato.
Pochi chilometri, ma letali. Infernali.
Lui
è un trentenne che, essenzialmente, vive seguendo le leggi dei soldi
e del sesso. Le sue. E' diventato il prodotto di una società che
vuole vincenti, giovani ambiziosi e svegli. Ma
nessuno, nemmeno i suoi diagrammi e i suoi conti, possono prevedere
gli scherzi giocati da un destino infausto e da un'orgogliosa amante
respinta. Nessuno poteva prevedere il suo trasferimento in un puntino
letteralmente dimenticato dal buon Dio.
Ad
accoglierlo, non dolci preparati da premurose vecchietti e qualche
inevitabile stramberia che contraddistingue un po' tutto il
Mezzogiorno, ma il gelo pungente di un paesino di malelingue e
superstiziosi, in cui la gente sparisce come se niente fosse nei
boschi e l'aria tersa risuona di riti osceni e spaventosi. Troppi
polizieschi americani, la donna sbagliata, la noia e il suo fare da
seduttore incallito saranno la sua rovina... Il
romanzo non conosce pause. I capitoli sono brevi, lo stile
dell'autore non gli permette mai di correre dietro a perifrasi o
abbellimenti di troppo e non dà al lettore il tempo di distrarsi per
prendere anche un respiro veloce. La storia è più veloce ancora.
Tanto serrata quanto semplice, si beve velocemente, come un caffè
corretto che fa ribollire lo stomaco e girare forte la testa.
Italianissima, imprime su una pellicola rosso sangue un pezzo del
nostro mondo marcio.
Nonostante
le poche pagine, ogni personaggio riesce a trovare e a
difendere la propria identità. Ci sono momenti in cui lo spavaldo
protagonista si lascia detestare, altri in cui a prevalere è un
forte affetto nei suoi confronti. E' capace di risposte acide e
saccenti, ma anche di rischiare la pelle per Assunta ed il piccolo Albino. La prima l'ha reso passionale ed innamorato (... e per lui non
sarebbe la prima volta), l'altro ha fatto nascere in lui una premura
paterna che non ha mai posseduto. C'è spazio per una fugace storia
d'amore, per uno scioccante intrigo, per qualche spassoso momento
scandito da divertenti battute in dialetto, per un finale che,
perfetto, regala sorprese fino all'ultimissima pagina. E tutto per
mano di un abile autore che conosco solo adesso, ma che merita piena
notorietà nell'ambito del noir nostrano. A casa del diavolo è
trash, ma nel senso “tarantiniano” del termine. Ricorda il gran
cinema horror degli anni '60 e '70 e, nell'estremo finale, uno
spaghetti western, ma risulta altresì attuale ed
appassionante come un episodio di Il commissario Montalbano e
L'ispettore Coliandro trasmesso sulle nostre reti. L'accento
siciliano è sostituito da quello abruzzese, l'affascinante detective
cede il posto all'affascinante bancario, ma il brivido è lo stesso.
Questa volta, l'ho percepito anche più vicino. Romano De Marco,
infatti, è praticamente un mio “vicino di casa”: lui in Abruzzo,
io in Molise. Ciò non può che rendermi ancora più orgoglioso della
notevole riuscita di questo suo ultimo lavoro.
Il
mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Goblin - Profondo Rosso
Il mio consiglio musicale: Goblin - Profondo Rosso
uhm.... mi ispira. Potrei farci un pensierino
RispondiEliminaOttima scelta :)
EliminaNe avevo già sentito parlare e dopo la tua recensione mi sembra ancora più interessante;) Ho già in mano Ferro e fuoco di questo autore, quindi col tempo leggerò sicuramente A casa del diavolo, di cui credo per ora ci sia solo la versione cartacea...
RispondiEliminaSì, per ora c'è solo il cartaceo :) Non appena lo leggi, passerò a vedere come ti è sembrato "Ferro e fuoco"!
EliminaGrazie di cuore per la bellissima recensione, il 23 febbraio (è un sabato) alle 18.30 presento il romanzo alla libreria Fahrenheit di Termoli e avrei molto piacere di incontrare te e gli amici molisani.
RispondiEliminaRomano
Ciao Romano! Grazie a te. Certo, il 23 verrò certamente. Fahrenheit, oltretutto, è proprio dietro il mio liceo :)
EliminaSono d'accordo con tutto ciò che hai scritto :)
RispondiEliminaUh, ma guarda: un autore d'Abruzzo (la mia "patria" adorata! XD), un romanzo ambientato fra le nostre montagne... devo dare assolutamente un'occhiatina a questo libro! :D
RispondiEliminaSembra davvero molto interessante! Segnato :)
RispondiEliminaQuesta è una recensione che ti fa venire voglia di correre in libreria! dato che non posso... lo segno nella mia wish list!
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