Pagine

sabato 2 febbraio 2013

Recensioni a basso costo: A casa del diavolo, di Romano De Marco

L'odio è un sentimento totale, senza sbavature, che appaga, che avvolge, che no dà adito a nessun malinteso, a nessun dubbio. E' immediato e frequente. L'amore è l'esatto opposto.

Titolo: A casa del diavolo
Autore: Romano De Marco
Editore: TimeCrime
Numero di pagine: 220
Prezzo: € 9,90
Sinossi: Giulio Terenzi è un trentenne ambizioso e un impenitente seduttore: ma proprio quando ogni cosa sembra andare per il meglio, la sua promettente carriera di bancario viene stroncata dall’improvviso trasferimento a Castrognano, un borgo sperduto tra i monti dell’Abruzzo dove si ritrova a gestire, da solo, la piccola filiale della banca per cui lavora. L’impatto con il paese si presenta a dir poco scoraggiante. Il vecchio direttore della filiale, Rinaldi, muore in un misterioso incidente stradale subito dopo aver passato le consegne al giovane collega; esaminando i depositi e i conti correnti della filiale, Terenzi nota poi delle gravi anomalie che fanno pensare a una truffa architettata ai danni della baronessa De Santis, una ricchissima ottuagenaria che vive nel palazzo situato di fronte alla banca. Col passare del tempo, gli eventi misteriosi si moltiplicano: strani simboli appaiono all’ingresso di abitazioni i cui proprietari sono scomparsi nel nulla; un bambino inizia a seguirlo come un’ombra, mostrandogli disegni che rappresentano allucinate scene di morte; si vocifera di strani rituali celebrati nei boschi, cui Terenzi non può e non vuole dar credito...
Nero Italiano: non poteva esserci titolo migliore per questa nuova collana della Fanucci TimeCrime. E non poteva esserci romanzo migliore per inaugurarla.
A casa del diavolo ha le caratteristiche del caffè perfetto. Corto, amaro, nerissimo; come solo in Italia lo sanno fare. Piccolo, forse, ma in grado di togliere il sonno ad ogni calda e gustosa sorsata. Una delle battute più conosciute del simpatico Benvenuti al Sud recitava così: “Quando un forestiero viene al sud, piange due volte. Quando arriva e quando parte.”
Per il protagonista del nuovo thriller di Romano De Marco, potrebbe non arrivare mai il tempo per la seconda ondata di lacrime. A Giulio Terenzi, alle prese con un nuovo incarico e un nuovo paese, infatti, qualcuno potrebbe negare con la violenza il giorno del ritorno alla sua amata Ascoli, appena qualche chilometro più a nord dalle montagne abruzzesi di Castrognano tra le quali è stato segregato. Pochi chilometri, ma letali. Infernali.
Lui è un trentenne che, essenzialmente, vive seguendo le leggi dei soldi e del sesso. Le sue. E' diventato il prodotto di una società che vuole vincenti, giovani ambiziosi e svegli. Ma nessuno, nemmeno i suoi diagrammi e i suoi conti, possono prevedere gli scherzi giocati da un destino infausto e da un'orgogliosa amante respinta. Nessuno poteva prevedere il suo trasferimento in un puntino letteralmente dimenticato dal buon Dio.
Ad accoglierlo, non dolci preparati da premurose vecchietti e qualche inevitabile stramberia che contraddistingue un po' tutto il Mezzogiorno, ma il gelo pungente di un paesino di malelingue e superstiziosi, in cui la gente sparisce come se niente fosse nei boschi e l'aria tersa risuona di riti osceni e spaventosi. Troppi polizieschi americani, la donna sbagliata, la noia e il suo fare da seduttore incallito saranno la sua rovina... Il romanzo non conosce pause. I capitoli sono brevi, lo stile dell'autore non gli permette mai di correre dietro a perifrasi o abbellimenti di troppo e non dà al lettore il tempo di distrarsi per prendere anche un respiro veloce. La storia è più veloce ancora. Tanto serrata quanto semplice, si beve velocemente, come un caffè corretto che fa ribollire lo stomaco e girare forte la testa. Italianissima, imprime su una pellicola rosso sangue un pezzo del nostro mondo marcio.
Nonostante le poche pagine, ogni personaggio riesce a trovare e a difendere la propria identità. Ci sono momenti in cui lo spavaldo protagonista si lascia detestare, altri in cui a prevalere è un forte affetto nei suoi confronti. E' capace di risposte acide e saccenti, ma anche di rischiare la pelle per Assunta ed il piccolo Albino. La prima l'ha reso passionale ed innamorato (... e per lui non sarebbe la prima volta), l'altro ha fatto nascere in lui una premura paterna che non ha mai posseduto. C'è spazio per una fugace storia d'amore, per uno scioccante intrigo, per qualche spassoso momento scandito da divertenti battute in dialetto, per un finale che, perfetto, regala sorprese fino all'ultimissima pagina. E tutto per mano di un abile autore che conosco solo adesso, ma che merita piena notorietà nell'ambito del noir nostrano. A casa del diavolo è trash, ma nel senso “tarantiniano” del termine. Ricorda il gran cinema horror degli anni '60 e '70 e, nell'estremo finale, uno spaghetti western, ma risulta altresì attuale ed appassionante come un episodio di Il commissario Montalbano e L'ispettore Coliandro trasmesso sulle nostre reti. L'accento siciliano è sostituito da quello abruzzese, l'affascinante detective cede il posto all'affascinante bancario, ma il brivido è lo stesso. Questa volta, l'ho percepito anche più vicino. Romano De Marco, infatti, è praticamente un mio “vicino di casa”: lui in Abruzzo, io in Molise. Ciò non può che rendermi ancora più orgoglioso della notevole riuscita di questo suo ultimo lavoro.
Il mio voto: ★★
Il mio consiglio musicale: Goblin - Profondo Rosso

10 commenti:

  1. Ne avevo già sentito parlare e dopo la tua recensione mi sembra ancora più interessante;) Ho già in mano Ferro e fuoco di questo autore, quindi col tempo leggerò sicuramente A casa del diavolo, di cui credo per ora ci sia solo la versione cartacea...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, per ora c'è solo il cartaceo :) Non appena lo leggi, passerò a vedere come ti è sembrato "Ferro e fuoco"!

      Elimina
  2. Grazie di cuore per la bellissima recensione, il 23 febbraio (è un sabato) alle 18.30 presento il romanzo alla libreria Fahrenheit di Termoli e avrei molto piacere di incontrare te e gli amici molisani.
    Romano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Romano! Grazie a te. Certo, il 23 verrò certamente. Fahrenheit, oltretutto, è proprio dietro il mio liceo :)

      Elimina
  3. Sono d'accordo con tutto ciò che hai scritto :)

    RispondiElimina
  4. Uh, ma guarda: un autore d'Abruzzo (la mia "patria" adorata! XD), un romanzo ambientato fra le nostre montagne... devo dare assolutamente un'occhiatina a questo libro! :D

    RispondiElimina
  5. Sembra davvero molto interessante! Segnato :)

    RispondiElimina
  6. Questa è una recensione che ti fa venire voglia di correre in libreria! dato che non posso... lo segno nella mia wish list!

    RispondiElimina