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sabato 16 febbraio 2013

Recensione: Il bacio di Jude, di Davide Roma

Io non sono più Jude Westwick. Non potrò mai più guardarmi allo specchio senza pensare alla mia natura. La mia vita sarà un'imitazione della vita.

Titolo: Il bacio di Jude
Autore: Davide Roma
Editori: Sperling & Kupfer
Numero di pagine: 290
Prezzo: € 17,90
Sinossi: La vita in un paese piccolo come Twindale, Massachusetts, può essere noiosa. Molto noiosa. Ma Jude Westwick, diciassette anni e un animo ribelle, ha trovato un modo tutto suo per evitare la monotonia della provincia: infrangere ogni regola. Ecco perché si diverte a fumare nel cortile della scuola proprio sotto il cartello "vietato fumare", e a fare a pugni nei corridoi solo per attirare l'attenzione di Emily, la biondina per cui si è preso una cotta colossale. Ed ecco perché il preside ha deciso di punirlo. Costringendo lui, e il suo migliore amico Big Head, a passare il sabato pomeriggio in biblioteca. Jude è furioso. Eppure, quel pomeriggio, la sua vita cambierà per sempre. Infatti, sfogliando i vecchi giornali dell'archivio, s'imbatte nella notizia di un efferato fatto di sangue, consumato quarant'anni prima, proprio nel sotterraneo della casa in cui abita con i genitori. Incuriosito, decide di cercare il passaggio per il sotterraneo e scopre così un segreto terrificante: una stanza chiusa a chiave da sempre, piena di misteriosi volumi vergati a mano. Volumi che parlano di lui. In quella stanza è sepolto l'intero destino di Jude. Un destino spaventoso, oscuro, crudele. Ma il destino è davvero ineluttabile? O c'è un modo per cambiare ciò che è già scritto? Grazie all'amore di Emily, e all'aiuto di Amber, una tormentata ragazza dai capelli rossi come il fuoco, Jude dovrà imparare a conoscere la sua vera natura e a dominarla. Compiendo così la scelta più difficile di tutte...
                                                       La recensione 
Jude Westwick è un ragazzo come tanti. Forse solo più avvenente - con i suoi lineamenti da star dei telefilm americani - dei suoi anonimi compagni di liceo. Ha una disordinatissima stanza tappezzata di poster, un castello di cd accanto al letto, amici da contare sulle dita di una mano e due genitori un po' assenti, che lo lasciano vegetare, senza mai troppe storie, in una piacevole monotonia di giorni scanditi da musica rock, da interminabili maratone cinematografie in compagnia del brillante Big Head, da sigarette aspirate assieme al gusto del proibito e da piccoli atti di ribellione adolescenziale per farsi beffa dell'ingessata autorità degli adulti. Ma lui sembra soltanto un ragazzo qualunque. Una matricola di una scuola superiore del Massachusetts, un nome tra tanti in un registro di classe. Non lo è. Il suo nome è scritto sui papiri degli antichi, in leggende e in incredibili profezie, nei piani imperscrutabili di chi brama il suo potere per sé. E il romanzo che vede protagonisti lui, il suo bacio e il tetro destino che lo aspetta non è il banale urban fantasy che io, a prima vista, mi sarei aspettato. Le apparenze ingannano e, proprio al di là della loro soglia, si nascondono impensati colpi di scena. Sorprese scioccanti, relative al destino di un ragazzo, degli uomini tutti e della letteratura young adult nostrana. Sorprese che, talora, si rivelano tremendamente piacevoli. 
Il mondo è custodito tra i palmi di Jude: mai stato così drammaticamente in bilico. Ad un suo schiocco di dita, potrebbe bruciare come lo stoppino di una candela o tornare a splendere in una dimenticata età dell'oro. Potrebbe essere la fine o l'inizio di ogni cosa. Vita o morte, bene o male sono da scegliere sulle due facce di una moneta lanciata per aria. Al solo pensiero, i cuori degli abitanti di questo nostro pianeta alla deriva potrebbero cominciare a tremare forte. Eppure pregare potrebbe non essere del tutto inutile, questa volta. Jude, in fondo, ha già realizzato una mia mezza preghiera. Lui, che è il Personal Jesus di cui cantavano – anni fa, o forse appena ieri? - gli eterni Depeche Mode. Non ha fermato guerre, aperto i mari come fossero ventagli di acque, risanato la crisi riempiendomi di soldi, libri e pace. Nulla del genere. Mi ha dimostrato che vale la pena battersi per l'urban fantasy, sfidando i giudizi di chi reputa il dedicarsi alla stesura di storie simili un'assoluta perdita di tempo e di chi stima un genere così nuovo già giunto al tramonto della sua esistenza – pensiero quest'ultimo che, con grande scoraggiamento e delusione, è passato spesso per la testa anche a me. Davide Roma, al suo esordio, è capace di descrivere la monotonia della quotidianità alla perfezione, ma riempiendola d'entusiasmo e surreale e travolgente furore. Ha uno stile cinematografico, secco, veloce, ma mai sterile. 
La sua scrittura trasuda intelligenza, sana ambizione, consapevolezza. Nonostante la storia sia semplice, giovanile e avventurosa, essa riecheggia di echi filosofici sapientemente inseriti in una cornice paranormale; talora semplificati con scaltrezza, talora concretizzati alla lettera con affascinante audacia (brevi riferimenti alla teoria del rasoio di Occam accenni al super uomo di Nietzsche, ammiccamenti al De Principatibus del Machiavelli...).
Trasuda una forte cultura classica, ma allo stesso tempo veste con grande versatilità una bandiera a stelle e strisce che gli calza alla perfezione, senza nemmeno una piccola grinza o una toppa sui gomiti. Un consiglio che si dà agli esordienti è il forse banalissimo “Scrivi di quello che sai”, ma cosa c'entra esattamente un nostro conterraneo - che si divide tra Roma e Milano - con armadietti, balli scolastici di Halloween, partite di basket alla TV e altri elementi tanto cari alla consolidata tradizione americana? All'inizio non avevo risposte a questa domanda e pensavo che la storia di Davide, tanto lontana dal nostro Stivale, potesse cadere in qualche forzatura o contraddizione. Le ipotesi, a lettura ultimata, sono due: o qualche viaggio all'estero, nel suo caso, deve aver fatto miracoli o ha scoperto nei serial e nei film americani un'efficace ed inesauribile fonte di documentazione. E pensare che io li guardo solo per oziare in poltrona! La sua opera prima ha un'innegabile e naturale aura di internazionalità, la stessa che avevo scorto lo scorso anno nel fortunato Multiversum di Leonardo Patrignani. L'autore snoda i fili della sua trama tra divertenti sfide a biliardo, deliziose cene a base d'aragosta capaci di far venire l'acquolina in bocca e gli spettri, le cicatrici e le amarezze di una guerra combattuta lontano da noi, ma assai vicina nel tempo.
Con un inizio che ricorda volutamente un episodio di Dawson's Creek e il film Breakfast Club (“Don't you forget about meeee...”, ve la ricordate?), si trasforma gradualmente in un fantasy tra il sacro e il profano; al confine con il mistico, l'esoterico e la spy-story, in cui nemmeno l'onnipotente Jude – che non è un demone, un vampiro, un folletto o un lupo mannaro – è immune ai richiami dell'amore e della figura geometrica più in voga del momento in campo sentimentale: il triangolo. Ma no, non preoccupatevi. Questo romanzo è più "Io sono il numero quattro" che "Twilight". Più "Kyle XY" che "The Vampire Diaries". E l'eponimo eroe (?) ricorda più un simpatico Peter Parker alle prime esperienze che un rubacuori destinato a fare faville con i membri del sesso opposto. Ha ottimi gusti musicali, guarda bei film e il suo migliore amico è un genietto con il cervello più grande dei bicipiti. Razionalmente, sa di dover seguire l'esempio dell'accorto Ulisse, ma finché è ancora giovane e la notte è lunga vuole sperimentare quanto possa essere figo imitare gli egocentrici eccessi di Achille piè veloce. L'amore, per lui, ha due volti: quello della bionda e angelica Emily e della volitiva Amber, una punk rosso peperoncino. Il rapporto tra Jude e le due è complicato, ma essenziale, descritto con semplicità, sensibilità, malinconia e sentita emozione. Senza una parola di troppo, ma enfatizzato e sfumato dolcemente per mezzo di raffinate e sottili ellissi narrative. Questa ne è un esemprio: “Se ne stavano immobili, seduti nel semibuio, mano nella mano (…) a raccontarsi il passato pensando al futuro”. Il bacio di Jude è il primo romanzo di una trilogia. Rivela poco, pochissimo, ma mi è sembrato di avere a che fare con il mondo che racconta da sempre. Ci sono ancora cose da scoprire, ma molto è stato letto nell'arco di quasi 300 pagine. Si ha un senso di appartenenza, di profondo appagamento, di pienezza.
Il verbo di Jude comincia a mietere adepti. Io sono tra loro.
La sua parola è legge. Perciò, così sia.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Depeche Mode – Personal Jesus (The Stargate Mix)

16 commenti:

  1. Anch'io ero un pò scettica in merito a questo libro, l'avevo relegato a solito urban fantasy adolescenziale, molto YA, però dalle parole della tua recensione credo che dovrò ricredermi e dare una opportunità a questo autore e al suo libro! difficilmente i libri ormai mi sorprendono ma sospetto che questo potrà farlo!

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  2. non era uno di quei libri che mi ha colpito.. però la tua recensione mi ha fatto ricredere :)

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  3. bella recensione l'ho messo nella mia lista dei desideri

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  4. ecco....se già ero curiosa sapere che ti è piaciuto mi rende ancora + curiosa :)

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  5. Non ero molto convinta di questo libro, ma dopo la tua recensione come resistere?
    Ottima scelta per la canzone. Azzeccatissima e bellissima :)

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  6. Beh questo libro mi ha incuriosito fin dai primi momenti, lo aspetto con ansia e spero arrivi presto. Dopo la tua recensione - splendida e perfetta come sempre - spero ancora di più che il libro non si faccia attendere troppo. In caso contrario, credo proprio lo comprerò e me lo gusterò :)

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  7. Sembra carino, peccato solo che non sembri proprio il mio "genere"! :D (o meglio, sottogenere, immagino che dovrei dire! XD) La tua recensione mi è stata comunque davvero preziosissima, però, per tre motivi: il primo è che non avrei MAI preso in considerazione un libro con quella copertina, altrimenti!! :D Il secondo, che solitamente non mi fido dei romanzi scritti da autori italiani, ambientati in un liceo americano! XD Il terzo, che il protagonista viene descritto troppo come uno stra-bellone dell'ultima ora: di stra-belloni dell'ultima ora non se ne può più, veramente ahaha! :D

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  8. E' da quando ho letto la prima recensione che questo libro è diventato il mio chiodo fisso. (non che sia l'unico XD il numero dei libri che vorrei leggere ultimamente è altamente preoccupante :P) Spero di poterlo leggere presto perché la sua trama ricca di mistero mi ha affascinata parecchio. Grazie mille per la recensione =)

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  9. Ciao, arribo dal blog di Chiara. Complimenti per la recensione, terrò questo titolo di conto la prossima volta che verrò in Italia. Vedo anche che sei affezionato al cinema. Ritengo il tuo blog molto interessante e utile per me. Ti seguirò. A presto.

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  10. Il mago delle recensioni! Me lo sentivo che ti sarebbe piaciuto :) Jude ha affascinato anche me, senza i classici stereotipi dell'urban fantasyy e quel suo piglio di pericolo del tutto particolare. Jude ne combinerà di belle e di brutte nel prossimo, ne sono sicura!
    Ottima analisi, davvero :D

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  11. Wowww che splendida recensione, complimenti!! Non vedo l'ora di leggere questo urban fantasy che sta "mietendo adepti"! Non sto nella pelle e poi... se posso permettermi... sono così felice che gli autori italiani stiano facendo finalmente sentire la loro voce! ^_^

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  12. Magnifica recensione!*_* E adesso come faccio ad aspettare ancora??? Lo voglio leggere immediatamenteeeee!!! :))))Cmq, mi fa piacere che ti sia piaciuto, mi fa ben sperare.. anche se devo dire che, a pelle, questo romanzo mi ha già conquistata... vedremo;)

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  13. Mamma mia che recensione!! mi ha proprio affascinato! avevo già visto questo libro ed ora ho ancora piu voglia di leggerlo!! ;)

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  14. Sarò ripetitiva, ma bellissima recensione! o il libro ti è piaciuto parecchio e hai messo dei riferimenti non da poco!
    Confesso di essermi fatta influenzare, il titolo e la copertina non mi entusiasmavano, forse ho scartato questo libro troppo in fretta!

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  15. io l'ho finito oggi e il finale mi ha veramente stracciato voglio il seguitooooooooooooooooooooooo XD

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