martedì 4 maggio 2021

Recensione: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, di Raphael Bob-Waksberg

Forse in Italia il suo nome suonerà sconosciuto. Segnatevelo a caratteri cubitali. Perché Raphael Bob-Waksberg – comico, ebreo, classe '84 – per me è l'erede di Woody Allen. Fantasioso, caustico e brillantissimo, ha regalato a Netflix uno dei suoi prodotti più memorabili: Bojack Horseman serie animata su un cavallo antropomorfo bramoso di notorietà – resta un capolavoro che, a un anno dalla sua chiusura, ci fa sentire ancora orfani. Ho l'impressione, tuttavia, che la TV non sia che soltanto l'inizio della carriera mirabolante dello sceneggiatore. Rieccolo in un'altra veste, quella di scrittore, sugli scaffali delle nostre librerie. Quanto spicca in mezzo all'eleganza monocromatica dei Supercoralli con la sua copertina rosa shocking e un titolo sfacciatamente romantico? Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata non delude le attese. Nonostante la familiarità con i suoi tempi comici, che non ho trovato minimamente depotenziati dal formato del racconto, sorprende comunque per la varietà degli argomenti, degli approcci narrativi, dei generi. Spazia dal romanticismo intimista allo splatter, dalla fantascienza al rimaneggiamento dei classici, sperimentando forme e voci sempre diverse.

Le persone si dividono in due tipi: quelle che non vuoi toccare perché hai paura che si spezzino e quelle che non vuoi toccare perché hai paura che ti spezzino.

Con sensibilità l'autore s'intrufola nei vissuti di uomini e donne, raccontandoli ora in prima, ora in seconda, ora in terza persona. E osa racconti in rima baciata (per ironizzare su San Valentino), abbozzi di pièce teatrali (in scena: il microcosmo familiare), promemoria di attività chiuse per ferie (l'urgenza sopraggiunta all'improvviso: passare un giorno a letto insieme), pagine di guide turistiche (quali luoghi evitare per sfuggire ai ricordi degli ex) e menù di ristoranti stellati (sconsigliabile abbinare alcol e dissapori). Ci sono poi villaggi dov'è buona creanza sgozzare caproni nel giorno delle nozze; realtà parallele invase da acque da Antico Testamento; resort messicani dove ricucire rapporti tra parenti acquisiti; popolosi parchi a tema e concerti interdimensionali. Ma in mezzo a questo divertimento esagerato, di cui il mio post potrà darvi soltanto vaghi indizi, i miei racconti preferiti sono quelli in cui il vulcanico Bob-Waksberg abbassa la voce per raccontarci quello che meglio gli riesce: ossia l'incomunicabilità, il disincanto, la depressione. Possono due innamorati viaggiare per sessant'anni nello stesso vagone senza dichiararsi? Giocando a Taboo, quali sono le parole da tacere per evitare il punto di non ritorno? Che senso ha fuggire in continuazione se la Tristezza è un'amante che non ci lascia andare?

Una statua non viene costruita a partire dalla base – è ricavata a colpi di scalpello da un blocco di marmo – e spesso mi chiedo se non siamo definiti allo stesso modo dalle qualità che ci mancano, delineati dallo spazio vuoto dove un tempo c’era il marmo. Sono seduto in metropolitana. Sono sdraiato sveglio a letto. Guardo un film: rido. E poi, d’improvviso, sono colpito da una verità annichilente: non è quello che facciamo a renderci ciò che siamo. È quello che non facciamo a definirci.

Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata resterà una delle migliori letture dell'anno corrente, perché mi ha fatto ridere, mi ha fatto piangere e mi ha spinto ad appuntare una matita Ikea per sottolineare passo passo le cose urgenti. Giunto all'ultima pagina, ho avuto la sensazione di essere stato sputato fuori da un frullatore, di aver esagerato con i biscotti assortiti – ogni racconto è infatti un dolcetto pescato alla cieca da una scatola di latta –, di essermi preso una sbronza triste con una bottiglia di Merlot. Mi giravano forte lo stomaco e la testa, mi girava il cuore. La vita e la morte, scrive l'autore, si somigliano. Sono terrificanti, schiaccianti, possono accadere in qualsiasi momento. Le si può affrontare in due modi, con la paura o con il coraggio, ma si è destinati in ogni caso a soccombere. Accanto a loro, l'amore: una forza altrettanto ancestrale. Se la nostra disfatta è già scritta nelle stelle, a questo punto, perché non scegliere di essere coraggiosi?

Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Coma_Cose – Fiamme negli occhi

20 commenti:

  1. Molto interessante, terrò presente senz'altro!

    Al momento sto combattendo con i mostri di "Questo giorno che incombe" ovviamente grazie a te e al tuo fiuto infallibile. Oltretutto non sapevo che la Lattanzi fosse anche una sceneggiatrice, ha scritto lei FIORE di cui ho visto il film.

    Ciao Michele, il lavoro continua? Sempre un'ora al giorno soltanto? Dovresti procurarti un teletrasporto.....👋

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Lory! Grazie mille! Fiore che bello, ricordo un grandissimo Mastandrea. Fammi sapere come lo trovi, alla fine.

      La supplenza continua. A breve, per altro, ho il consiglio di classe di quinta. Mi sto trovando bene, ma qualche ora in più mi renderebbe meno frustrato. :)

      Elimina
    2. Ti ho lasciato un commento (da approvare) al post "Questo giorno che incombe".
      Fammi sapere per favore, grazie! 😊

      Elimina
    3. Ciao Michele, ti ho risposto. 👋

      Elimina
  2. Rilegatura di Pensieri4 maggio 2021 alle ore 11:34

    Molto interessante, conoscevo la serie Netflix ma me ne sono sempre tenuta lontana perché mi sembrava una banalità, la approfondirò per conoscere meglio questo sceneggiatore/scrittore. Grazie!

    Alla prossima!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te! Recupera assolutamente la serie: la scrittura è di altissimo livello. Ci sono alcuni episodi da incorniciare. Uno, ad esempio, è costruito interamente su un discorso funebre. Un lungo monologo di trenta minuti, che riempie di meraviglia!

      Elimina
  3. Come sai, già in lista.
    Grida bellezza dalla copertina!

    Ingannerò l'attesa con la nuova stagione di Tuca e Bertie, dovrebbe arrivare a breve :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non ho ancora visto la prima! A dirti la verità, ero convinto che fosse stata cancellata. 🙈

      Elimina
  4. In fondo anche la vita reale è fatta di tante emozioni, alcune piacevoli e altre meno, ma in questo libro, se ho ben compreso, l'ironia diventa il mezzo per analizzare le fragilità umane. Mi piace e prendo nota :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al solito, hai capito tutto a colpo d'occhio. Consigliatissimo. In un libro, ci sono tanti modo diversi (a volte tragici, a volte comici). :)

      Elimina
  5. Davvero molto simpatica la foto :) Il romanzo non lo conosco, ma sembra una lettura davvero molto bella :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio! Un po' pessima la qualità, colpa dell'autoscatto, ma ci tenevo a comparire. :)

      Elimina
  6. Non nego che proprio una copertina di questo genere, a primo impatto, mi avrebbe tenuta un po' lontana, ma siccome non si giudica un libro dalla copertina e fortunatamente ci sei tu con le tue recensioni, cercherò questo libro *_* voglio farmi frullare anch'io :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, Angela! Questo libro è un'esperienza bellissima!

      Elimina
  7. Mi stavo giusto chiedendo: "Come farò a colmare il vuoto lasciato dalla conclusione di BoJack?".

    Grazie per avermi regalato la risposta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qui ci sono una ventina di belle storie per andare oltre. ;)

      Elimina