venerdì 24 aprile 2020

Pillole di graphic novel: La giusta mezura | Una sorella

La quarantena è tempo di sperimentazioni. Approfittando delle promozioni Bao Publishing – fino al 3 maggio trovati alcuni ebook in catalogo a € 1,99 –, mi sono cimentato con due cose che a torto mi hanno sempre trovato un po’ restio. Le graphic novel e la lettura in digitale. Scoprite com’è andata, e approfittate anche voi dei pro della solidarietà digitale: magari per ricredervi.

| La giusta mezura, di Flavia Biondi. € 19, pp. 158, ★★★★|

È una storia che tocca le corde profonde di quelli che hanno fatto i miei stessi errori di valutazione e il mio stesso percorso accademico. Ci avevano avvisati all’immatricolazione: le discipline umanistiche non sfamano. Ma come frenare una passione? Mia e Manuel, un decennio fa, sono arrivati nella città universitaria per eccellenza con il sogno di vivere della loro vocazione. Lei ha studiato Belle arti, lui Lettere. Ormai ventinovenni, si ritrovano a vivere con altri quattro coinquilini in un appartamento in nero e ad arrangiarsi. Hanno rimandato a data da destinarsi la vita che spetta alle coppie adulte. Mentre Mia vive con frustrazione la routine lavorativa e sentimentale, Manuel è un gigante con la testa piena di sogni: vuole fare sul serio con lei, e sul web pubblica un romanzo cavalleresco che spera possa diventare un successo. Dolcemente vecchio stile, scrive degli struggimenti e delle tresche dei fittizi Decimo e Ludovica. Come vivrebbe la confessione di una sbandata, se Mia condividesse il bisogno di sentirsi ancora desiderata e viva? L’idealismo dell’uno può sposarsi con il pragmatismo dell’altra, senza che le loro personalità vengano annullate? Con tratti gentili e dialoghi che suonano verissimi, il talento di Flavia Biondi mi si è rivelato con una commedia dolce-amara che mi ha stretto in una domenica di pioggia. Mi hanno impressionato la verità dei gesti e delle parole – il nitore delle situazioni, infatti, è pari a quello di un film –; le descrizioni di una Bologna fatta di manifesti e porticati; l’affresco di una relazione resa nelle scaramucce e nell’intimità, combattuta tra egoismo e amor proprio. Il disagio generazionale ci ha trasformati in stelle singole: ognuno bada alla propria luce. La giusta mezura è il rischio da correre per brillare insieme. È la paura che si nasconde dietro il grande passo – quello più lungo della gamba – e il disarcionamento causato dai compromessi col partner.  È tutto ciò su cui le favole glissano: la parentesi tonda tra il principio e l’epilogo, che si colora qui della nostra incertezza.

| Una sorella, di Bastien Vivès. € 19, pp. 218, ★★★|

Tutti hanno conosciuto una di quelle estati che cambiano il corpo e la mente, la percezione di sé e degli altri. Per l’introverso Antoine succede a tredici anni. Lontano da Parigi, Antoine ha viaggiato con la famiglia al completo fino alla casa delle vacanze. Ammazza il tempo come facevo anch’io: disegni, cacce di granchi sulla battigia, corse in bicicletta, puzzle, insalate di riso consumate all’ombra degli stabilimenti balneari. Non ha messo in conto l’arrivo di Helene, un’amica di famiglia dalla presenza perturbante. Tre anni più grande di lui, il triangolo minuscolo del reggiseno, le sigarette e il vino rosso, il legame viscerale con lo smartphone, gli sguardi dei maschi di ogni età. Antoine, che con lei divide il letto a castello, non può frenare i bollori. Soprattutto quando lei gli chiede del primo bacio, lo accudisce, gli dà corda con i giochi e gli hobby. In Una sorella rivivono le stesse estati belle e spensierate del cinema francese: mi è tornato in mente, in particolare, l’ultimo film di Kechice. L’iniziazione passa attraverso i balli sulla spiaggia, i video pornografici sbirciati sul cellulare, il brivido di leccare dal medesimo gelato. Graphic novel dalle ambientazioni molto familiari, per me che ho sempre vissuto sulla costa, è la cronaca candida e universale della scoperta del sesso. Chi non potrà rispecchiarsi in Antoine; nei turbamenti e nei pensieri proibiti che gli mozzano il fiato; nel risveglio brusco da un sogno erotico che lascia al contempo tristi e col batticuore? L’ingresso di qualche scena esplicita non turba la delicatezza e l’incanto di Vivès. I suoi protagonisti trascorrono pochi giorni insieme e temono il momento della partenza: quando arriverà stringerà inevitabilmente il cuore, benché storie simili siano state raccontate in cent’altri romanzi di formazione. Ma l’aggiunta del disegno dà corpo e carnalità a un’estate come tante e come nessuna. E questo tormentone radiofonico tutto sole, cuore, amore appare comunque piacevole da riascoltare e canticchiare. 

6 commenti:

  1. Sono due graphic novel del catalogo Bao che mi attirano poco. Ma al di là di questo, com'è leggerle in digitale? Mi sono sempre trattenuta dal provarci perché ho il kindle, che è in bianco e nero... sospetto che mi servirebbe quantomeno un tablet per tentare questo formato.

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    1. Una rivelazione leggerle in digitale. Per altro, non essendo a colori, non penso che il Kindle ti sarebbe grandi noie.
      Io, ammetto, ho finito di leggerle entrambe sul cellulare: comodissimo, sono storie brevi e non troppo dialogate.

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  2. Credo che recuperarli sia davvero inevitabile ☺️☺️☺️ vedremo, quando le cose si stabilizzeranno 😊😊😊

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  3. Pure io ho difficoltà con le graphic novel e la lettura in digitale...
    ma chissà che non vada bene come nel tuo caso. ;)

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    1. Sono due storie che fanno decisamente per te. In qualsiasi mezzo o formato. ;)

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