lunedì 3 dicembre 2018

Recensione: Se la strada potesse parlare, di James Baldwin

| Se la strada potesse parlare, di James Baldwin. Fandango, € 18,50, pp. 212 |

Se la strada potesse parlare ti racconterebbe una storia che nasce sul cemento di Harlem. Quando la ressa non faceva paura, i motori a scoppio e i colpi dei clacson contribuivano a una sinfonia da orchestra e i bambini si sbucciavano con noncuranza le ginocchia sull'asfalto. Tish e Fonny, quasi coetanei, abitano nella stessa via di case popolari e delinquenti dal cuore d'oro. Lei lo ferisce con un chiodo arrugginito, lui le sputa in faccia per ripicca: non si è trattato di un colpo di fulmine. S'innamorano gradualmente, come chi si scopre vulnerabile e bellissimo all'improvviso. Si dichiarano attorno ai vent'anni.

Mi dispiace averti sputato in faccia”. E mi ha dato una delle sue ciambelle.
Gli ho detto: “Mi dispiace averti colpito”. E poi non abbiamo più detto niente. Lui ha mangiato la sua ciambella e io la mia. La gente non lo crede dei ragazzi e delle ragazze di quell'età – la gente non crede molto e incomincio a sapere perché – ma in quel momento siamo diventati amici. O forse, e in effetti è la stessa cosa – un'altra cosa che la gente non vuole sapere – sono diventata la sua sorellina e lui mio fratello maggiore. Non gli piacevano le sue sorelle e io non avevo fratelli. E così siamo diventati, uno per l'altro, quello che l'altro non aveva.

Il ricordo del disastroso primo appuntamento in chiesa, con l'inquietante visione delle donne afroamericane infervorate dallo Spirito Santo e dai cori gospel della domenica, sostituito poi dall'impaccio della prima volta a letto sotto uno scialle spagnolo – un po' di sangue, lo sperma e non abbastanza precauzioni. La strada che li separava quando erano semplici dirimpettai li ha uniti adesso, nell'età delle scelte avventate e degli amori impossibili. Sognano una soffitta in vendita nel Village e un laboratorio per Fonny, scultore dalle mani prodigiose, prima ancora di sapere che lei aspetta un bambino; e che ad aspettare loro c'è un destino che minaccia di spazzarli lontano. 
Ieri come oggi essere giovani, appassionati e senza prospettive è terribile. Soprattutto se abbiamo la pelle nera e, indagati con sospetto da un poliziotto che si crede John Wayne, diamo nell'occhio quanto un cappotto scuro in una tempesta di neve. Fonny, che piace da impazzire perché non si alliscia i capelli, non ruba e non spaccia, viene accusato di violenza carnale. Non serve specificare che correvano gli anni Settanta e in radio passavano Ray Charles, Marvin Gaye e Aretha Franklin: il pregiudizio riempie le celle ancora adesso. Non serve dire che Tish alla notizia dell'arresto non si pone neppure il beneficio del dubbio: il ventiduenne non ha altri punti deboli a parte lei. Poco più che adolescente, la straordinaria protagonista perde in un colpo solo l'innocenza e il proprio uomo: per fortuna non è sola. Impreparata alle ingiustizie della legge ma affatto sprovveduta, nell'orario di lavoro consiglia profumi costosi in un centro commerciale di lusso e nel tempo che resta studia le falle nel resoconto di quello stupro misterioso. Si va trasformando gradualmente, così, assieme a un feto che cambia e scalcia: anche lui in cerca di una via di fuga, come quel padre dietro il plexiglass infrangibile (quante risate a crepapelle, quanta tenerezza, vedendo Tish ingrassare a vista d'occhio visita dopo visita) che ha fatto della futura libertà del nascituro il riflesso della propria.

Né il terrore né l'amore rendono ciechi: l'indifferenza rende ciechi.

A febbraio anche al cinema sotto la direzione del regista premio Oscar di Moonlight, il romanzo di James Baldwin è un dramma giudiziario struggente e romantico raccontato da una prospettiva squisitamente femminile. Tenero e poetico, ma anche sboccato nelle invettive e nelle maledizioni, ha la bellezza purissima dei piccoli grandi classici che non hanno presunzioni rivoluzionarie. In quegli anni ammazzavano Martin Luther King, ma questo non è un romanzo politico. In quegli anni la presidenza di Obama sembrava un'utopia – gli afroamericani non avevano uno straccio di rappresentanza –, eppure non è un romanzo sulla celebrazione del Black Power. Il potere arriva piuttosto dall'attualità di una storia che ben nasconde i segni del tempo, da una prosa vibrante d'urgenza, dal calore delle famiglie riunite a tavola. Quella di Fonny, vergognosa e bigotta; quella di Tish, che si indebita per pagare un avvocato bianco al genero e vola a Puerto Rico per interrogare la testimone chiave. Fra annunci scandalosi al cospetto delle sorelle pettegole, matriarche in avanscoperta e padri disperati, gli Hunt e i Rivers s'impuntano. Non riescono a voltare pagine in nome di una solidarietà intergenerazionale che ha del commovente, nonostante l'epilogo frettoloso.

Credo che non succeda troppo spesso che due persone possano ridere e anche fare l'amore, fare l'amore perché ridono, ridere perché stanno facendo l'amore. L'amore e il riso provengono dallo stesso luogo: ma solo in pochi ci vanno.

La loro relazione è un viaggio interrotto a metà, ma a portarli avanti e indietro verso il potenziale lieto fine c'è una metropolitana affollatissima. Correvano gli anni Settanta, e correvano le metropolitane strapiene: a bordo non si temeva il contatto umano. Ci si stringeva facendo posto a uno sconosciuto e i vagoni ci restituivano soltanto poi ai vicoli di una Harlem mai silenziosa, mai vuota, mai con le difese abbassate, in cui si consumavano le faide e i melodrammi di West Side Story
Se la strada potesse parlare ti racconterebbe una fiaba contemporanea sulla ribellione in punta di piedi degli eterni conformisti. Se dovessi stringerti nel tuo bavero e sospettare dei pericoli della moltitudine brulicante, se per qualche motivo dovessi disperare, avrai James Baldwin – la tua Tish o il tuo Fonny – a farti scudo con il braccio intorno alle spalle. A porgerti la mano tesa, passeggiando in sincrono.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Tracy Chapman – Baby Can I Hold You

10 commenti:

  1. Sulla carta non lo immaginavo per me, questo titolo, ora mi hai messo curiosità. Un voto alto e una magnifica recensione, come sempre!

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    1. Grazie, Tessa. Secondo me lo apprezzeresti quanto me: romantico, lieve ma densissimo, scritto da Dio.

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  2. Uh, questo potrebbe piacermi, scopro sempre cose interessanti da te :)

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    1. Sono contento, perché cerco sempre di spaziare tra i generi. ;)

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  3. La tua recensione mi ha fatto venire i brividi. Segnato subito!

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  4. È una bellissima recensione, come sempre! Le tue parole mi hanno trasportato nell'atmosfera del romanzo e mi hai fatto venire la voglia di leggerlo 😊

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    1. Grazie mille, felice di essere stato d'aiuto. È un romanza che su carta non avrei letto, ma il trailer del film mi aveva per fortuna incuriosito. ☺️

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  5. Attendo il film con notevole curiosità, dopodiché eventualmente ci può stare il recupero anche del libro.
    Vedremo, vedremo...

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