sabato 28 aprile 2018

Recensione a basso costo: Un altro giorno ancora, di Bianca Marconero

| Un altro giorno ancora, di Bianca Marconero. Newton Compton, € 6,90, pp. 382|

Nel suo piccolo, che sorpresa. Sembra quasi una scortesia ammettere meraviglia, lo so, se si parla di un'autrice che stimi da anni. Se si scrive, soprattutto, di una persona a cui da anni vuoi bene. All'uscita di Un altro giorno ancora, a cui avevo dispensato su Facebook gli immancabili Mi piace di rito, mi ero tuttavia interessato meno del solito, dopo quell'Ultima notte al mondo prima incursione nel romance di una scrittrice con il pallino dei cavalieri, le armi e gli amori – piaciuta col senno di poi più no che sì. Il ritorno in libreria di un'amica come Bianca Marconero non poteva comunque lasciarmi indifferente. L'ho seguita per affetto, perciò, nella sua ultima parentesi rosa: non erano le avventure di Albion o l'adorabile spirito nerd di La prima cosa bella, mi ripetevo, ma che fortuna in fondo rileggerla tanto presto. Con una storia maggiormente nelle mie corde, per toni e leggerezza. Con un romanzo che – a sorpresa, si diceva per l'appunto – si avvicinava ai miei preferiti più di quanto non suggerisse la quarta di copertina. Sarà per la protagonista disincantata che non ti aspetti: tatuaggi che spesso parlano per lei di lei, chiusa a riccio com'è dietro uno scudo di ciocche colorate e un armadio all black. Sarà l'aria buona che si respira alle Colline Dorate: un maneggio alle porte di Milano in cui, fra contesissimi purosangue, casolari grandi quanto castelli e sfide al galoppo, trotta divertita e a proprio agio una Marconero allo stato brado, in crisi d'astinenza da un mondo di dame e cavalieri presso cui fare tappa contaminandolo un po'. Riscritto, qui, per riappropriarsene.

A volte ci nascondiamo solo per scoprire se è rimasto qualcuno disposto a cercarci, trovarci e riportarci a casa.

Ha un cognome che farà accendere la lampadina agli appassionati di equitazione, nessun genitore in vita e quattro fratelli che l'hanno cresciuta teneramente sì, ma amazzone e maschiaccio: nella vita di Elisa Hoffman, diciannove anni, non c'è spazio che per i cavalli e per quella strana famiglia speciale. Sul polso ha tatuato il numero cinque, per dire che nella sua cerchia, nel suo spazio personale, non sono ammessi invasori: non fanno eccezione i ragazzi – l'ultimo è Massimo, amico storico, prima di diventarlo anche di letto – che non sconfinano e non si fermano a dormire. Sembra avere un tatuaggio, una stella bianca sulla fronte, anche Sparkle: il cavallo per cui la protagonista sta trascurando la carriera universitaria, con stipendi da fame al maneggio o in un locale notturno del centro, pur di mettere da parte abbastanza per comprarlo. 
Peccato il destino abbia altri piani, un'offerta maggiore: la famiglia Serpieri dà un prezzo a tutto, anche a Sparkle, e cosa può fare Elisa se non portare rancore al coetaneo Andrea, che dei Serpieri è il figlio minore e, all'apparenza almeno, il meno avaro? Fra loro è stato un quieto tollerarsi per dieci anni, nonostante Bianca, la sorella di lui, abbia piantato all'altare Vittorio, il fratello di lei: sarebbe guerra, se non fosse per i tentativi di Andrea di respingere con regale aplomb gli attacchi (e i pugni sul naso) di Elisa, pur di farsi perdonare. Non è un mistero che mostrerà di avere poco in comune con i Serpieri, generosità del corredo genetico a parte: corona di ricci biondi e sorrisi di plastica, una corazza di buone maniere per ostentare distacco finanche dopo un tradimento, la tendenza a farsi rosso quando gli si fa notare un'avvenenza che non sa nemmeno sfruttare. Non è un mistero che le trasferte sportive e il Brunello a cena li faranno conoscere meglio, in senso biblico e non. Anche se Elisa, che porta i pantaloni, non ammette eccezioni: che resti un'amicizia con benefici, giorno per giorno, fino all'esaurirsi dell'attrazione reciproca. Anche se il perfettino Andrea, che con Elisa ha deciso di imparare a sbagliare, non è tipo da una notte e via: si affeziona, s'innamora, venendo meno ai patti con una protagonista eppure cieca davanti all'evidenza.

Il problema non è come mi sento se mi tocca, ma l'importanza che sto dando al fatto che ora è chiaro che lui e io vogliamo la stessa cosa. Lo stesso niente. Niente sia, allora, ma facciamolo bellissimo.

Una coppia di personaggi inadeguati – l'una che usa i ragazzi come rimedio omeopatico e l'altro che, per dire, non transige che il volume dello stereo abbia un numero dispari – sono al centro di una commedia a ruoli inversi, che ha i suoi pregi negli scenari insoliti e nella schiettezza della narratrice: forse uno dei personaggi femminili meglio riusciti alla Marconero. 
Certo, se il binomio non vuole definirsi coppia, la parte finale – quella che meno ho apprezzato – sarà una corsa a ostacoli tra gelosie, tira e molla, terzi incomodi e cliché. Per fortuna, per tutto il tempo tiene le briglie qualcuno come Bianca Marconero, che in quell'ambiente privilegiato cerca l'umanità, e la trova a colpo sicuro; che dice che dell'amore si può sospirare, ridere, e che quello di darsi all'ippica, a volte, è un consiglio affatto peregrino. 
Qualcuno insieme a cui desiderare un altro giorno, e qualche altra pagina, ancora.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Scissor Sisters – Only the Horses

12 commenti:

  1. Proprio perché ci si conosce e ci si vuole bene da un lustro (ebbene sì, conto gli anni) mai pensavo di poterti sorprendere!. Grazie per avermi letto, e per esserti lasciato stupire (più nella prima che nella seconda parte, u_u" Ma ci sta ).

    RispondiElimina
  2. Dalla copertina sembra un Harmony ambientato nel West... :)

    In questo caso io è meglio se mi do' per davvero all'ippica piuttosto che alla lettura, perché questo libro non credo faccia al caso mio.

    Prometto però all'autrice, che ha commentato qui sopra, di leggere il suo prossimo libro. Basta non sia ambientato di nuovo nel mondo dell'equitazione, che proprio non fa per me. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non si giudica una Marconero dalla copertina, soprattutto se pubblica la Newton Compton: che di copertine da Harmony, ebbene sì, ne ha scorta infinita.

      Tu ameresti La prima cosa bella: teen, cinefilo, pieno di citazioni provenienti dagli anni Ottanta e dintorni.

      Elimina
  3. Nn ho letto nulla di quest'autrice. Sarà il caso di iniziare...? intanto mi segno il titolo, non si sa mai mi venga l'ispirazione :-D
    Buon weekend :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non pensavo di dirlo (vedasi la sorpresa di cui parlo nell'incipit della recensione, appunto), ma Un altro giorno ancora sarebbe un buon punto di partenza. Certo, se avessimo tutta la saga di Albion a disposizione...

      Elimina
  4. Non vedo l'ora di leggerlo: Bianca è una delle poche autrici che tende a piacermi anche se scrive romance :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissima e tutto, con me miracoli non ne fa, però si legge sempre con un sorriso grande così.

      Elimina
  5. Bianca è l'unica che riesce a farmi apprezzare libri di questo genere. Per "Un altro giorno ancora" ho aspettative altissime. Uno dei miei libri preferiti parla proprio di corse di cavalli (il fantastico "La corsa delle onde" di Maggie Stiefvater). Non vedo l'ora di leggerlo <3

    RispondiElimina
  6. albioooon mi aggrego al coro che desidera la serie completa! Mi sto gustando Ombre ed è superlativo. gli altri suoi romanzi sono in lista..XD

    RispondiElimina