giovedì 18 maggio 2017

Recensione: Nel guscio, di Ian McEwan

Non voglio nascere, mai.

Titolo: Nel guscio
Autore: Ian McEwan
Editore: Einaudi
Numero di pagine: 173
Prezzo: € 18,00
Sinossi: La gravidanza di Trudy è quasi a termine, ma l'evento si prospetta tutt'altro che lieto per il suo piccolo ospite. Ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c'è il legittimo marito di Trudy e suo futuro padre, John Cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civiltà delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare Claude. Dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed è lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. Certo, la scena non è quella corrotta e claustrofobica del castello di Elsinore. Certo, i due cognati fedifraghi, Trudy e lo zio Claude, non hanno regni nordici cui aspirare. Piuttosto a far gola ai due vogliosi amanti è l'edificio georgiano su Hamilton Terrace, decrepito ma d'inestimabile valore, incautamente ereditato da John, i cui pavimenti luridi e la cui onnipresente immondizia prendono il posto del marcio in Danimarca. Ma amletico è il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare, e amletico è pure il suo inesauribile flusso di pensieri dubitanti, gli stessi che hanno inaugurato al mondo la danza della modernità.
                                     La recensione
Una casa in centro che fa gola a tanti. Una coppia di amanti che pianifica il delitto perfetto. A farne le spese, il marito di lei: editore sottostimato e poeta mediocre. Trudy e suo cognato, Claude, brindano e confabulano. Non sanno che il loro non è un triangolo, bensì un quadrilatero. Sembrano non pensare al testimone che intanto presta ascolto. E diventa brillo per osmosi, vive l'imbarazzo degli amplessi, risponde a tono. Nel guscio è un thriller classico con un intermediario atipico. L'Amleto contemporaneo non ha il pentametro giambico del Bardo, ma i commenti sferzanti di un narratore bambino. L'infida Trudy, infatti, chiacchiera di cocktail letali – centrifugato di frutta e antigelo, ad esempio – mentre è in dolce attesa. Mancano due settimane al parto. Ma il feto, nel buio del ventre, ha pensieri precoci e un udito finissimo. La pancia di sua madre fa da cassa di risonanza. Nonostante i suoi estimatori mi sconsigliassero di partire da qui, ho deciso di prendere ugualmente in prestito l'ultimo romanzo di Ian McEwan – uno dei maggiori autori viventi, forse, ma precisarlo è superfluo. Imparare a conoscerlo con la riscrittura di un capolavoro. Farsene un'idea, magari sbagliata, con un esercizio di stile lungo un omicidio efferato, un travaglio e un altro po'. Pentito, cercavo scuse per restituirlo intonso al mittente. Finché non le ho cercate nel romanzo stesso, le scuse, e intrappolato nel guscio del titolo ci sono finito anch'io. Merito di un nascituro egocentrico, teatrale e dotto, che ragiona di filosofia e decanta vini francesi. Al buio, allena l'immaginazione e aspetta. Come tutti i figli, si angustia per la fine del matrimonio dei genitori (ma ancora prima di imparare a parlare). Ascolta drammi radiofonici sulla BBC e, senza smentirsi, si professa combattuto tra l'essere e il non essere. Ironia della sorte: il narratore è onnisciente, sì, ma impotente. Nessuno lo sente. Non può far altro che scalciare. Sa di essere indesiderato, di stare per nascere in una famiglia di pazzi. Gli assassini vogliono fuggire con i soldi e sbarazzarsi di lui. "Veleno" sarà la sua prima parola. Perché nascere, rischiando di farlo in carcere? Perché non nascere, se non per godersi il piacere di una vendetta trasversale? La mente, all'inizio, è una tabula rasa? Nel guscio ci sono le considerazioni sparse, ora meste e ora esilaranti, di un piccolo uomo già pentito di stare al mondo. McEwan confeziona una tragicommedia originalissima, di interni borghesi e pagine magistrali. L'effetto è bizzarro, straniante. Il romanzo gira spesso a vuoto, ambizioso e autocompiaciuto come sospettavo, ma è scritto talmente bene, ma talmente bene, che non possiamo fargliene una colpa. L'autore è un fuoriclasse, e lo sa. Lo sapevo anch'io a scatola chiusa, sulla fiducia, e questo suo esperimento al buio di voci e spettri, di scelte che pesano, me ne ha dato prevedibilmente conferma. C'è del marcio in Danimarca – e in Inghilterra. C'è del marcio nel superare a nuoto il mare del liquido amniotico, nel rompere il baccello, trovando ad aspettarci a riva tutto il male del mondo.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Massive Attack – Teardrop

35 commenti:

  1. L'ho osservato dall'alto del suo scaffale. Preso, poi sfogliato, rigirato tra le mani e chiuso. É il momento giusto per iniziare.
    Grazie!

    RispondiElimina
  2. McEwan non lo leggo dai tempi d'Espiazione che, come l'omonima trasposizione ogni volta che la danno in TV, mi è rimasta parecchio impressa. Questa nuova fatica potrebbe, forse, ripetere l'impresa. Segno, grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Espiazione è bellissimo, ma è uno di quei film che non riesco a riguardare sapendo già coma va a finire. Penso che Briony non la perdonerò mai, mai. Il romanzo vorrei leggerlo, ovviamente, ma chissà se i nervi reggono.
      In lista, e in biblioteca, c'è però il più breve Chesil Beach. Altro film in arrivo, sempre con la Ronan.
      Grazie a te. ;)

      Elimina
  3. Una recensione che, già a colpo d'occhio, quanto a numero di caratteri, non ha potuto non solleticarmi: Mr Ink di poche parole, sarà un bene o un male?
    Buona la prima, a quanto pare. E questo mi fa ben sperare, per il semplice fatto che io che McEwan (come molti presumo) lo conosco indirettamente solo grazie all'interpretazione di Keira Knightley e Saoirse Ronan in "Espiazione", pensavo di partire anch'io da qui. Motivo? La mia passione senza limiti per "Amleto".
    Poi beh, se un romanzo è "scritto talmente bene, ma talmente bene", allora mi adagio su questo cuscino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi di pochissime parole, ebbene sì, ché tanto la trama la conosciamo e la bravura di Ian McEwan, anche per noi profani, è risaputa. ;)

      Lo dicevo a Cecilia, sopra: che trauma Espiazione, mamma mia.

      Elimina
  4. Ho adorato Il Giardino Di Cemento di McEwan quindi ho in lista tutti gli altri suoi romanzi, e prima o poi recupero anche questo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Giardino di Cemento lo voglio leggere da anni, sai?
      Il titolo era saltato fuori parlando di un romanzo young adult bellissimo e tostisismo - Proibito, di Tabitha Suzuma - che pure parla di incesti e di realtà degradate. Sicuramente, dato il tema forte e le poche pagine, ha la priorità sugli altri di McEwan. :)

      Elimina
  5. Di McEwan ho letto, a suo tempo, "Espiazione". Mi era molto piaciuto il suo mondo di narratore per cui credo che anche questo romanzo possa essere interessante. Da come ne parli sembra uno di quei thriller ben congegnato. Segno e ti ringrazio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà, conoscendo l'Amleto, gioca sin da subito a carte scoperte, però è comunque intrigantissimo.
      Grazie a te!

      Elimina
  6. McEwan e Coe per me sono dei fuoriclasse e forse i migliori scrittori inglesi contemporanei. Ho letto due volte Bambini nel tempo, ma forse il mio preferito è L'amore fatale. Nel guscio è in viaggio, portrebbe arrivare anche oggi..
    Ma la gioia di quando vedo le divise rosse di Bartolini???? No, nn si può spiegare.
    Ciao da Lea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi trovi impreparatissimo, lo sai, ma quest'estate spero di leggere anche qualcosa di Coe. Gioia incommensurabile, ma da me ultimamente non passano. Maledetti!

      Elimina
  7. Ho letto Espiazione e ho questo in ebook da un po', non mi decido mai ad iniziarlo, non lo sento tanto nelle mie corde (ne ho sbirciato un estratto). Mi hai tentato (con voto e parole), ci provo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo capisco, Tessa, ma non so.
      E' così breve, così scorrevole, che l'esperimento e la grande autoreferenzialità di questo McEwan non durano abbastanza da venire a noia.

      Elimina
  8. Bellissima. Alla luce di questa rivedoi miei piani: prima leggo Cani Neri e poi Nel Guscio. Per Espiazione, invece, ti aspetto. Con fiducia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu dici che la Ronan (e non bastano meme o gif) si espierà finalmente attraverso la mia lettura?

      Elimina
  9. Il libro non l'ho letto, non ancora almeno, ma la scelta del video dei Massive Attack mi sembra azzeccata al 100%. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo infatti di avere già usato questo consiglio musicale, ma shhh... Il video era troppo perfetto per non ripetersi. ;)

      Elimina
  10. Dell'autore ho letto solo"Nel paese delle ultime cose", appena finito pensai "scritto bene, ma meh", eppure ci ripenso spesso a quella storia, a quei personaggi, a quelle ambientazioni. Forse è semplicemente durato molto(troppo) poco. Se il libro continua ad essere nella mia mente, un motivo ci sarà, è davvero bravo. Io lo accosto sempre a McCarthy, non so come mai, forse perché li lessi nello stesso periodo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mmm, Nel paese delle ultime cose non è di Auster?
      Magari mi sbaglio. Fatto sta che è in lista anche quello. :)

      Elimina
  11. Alle tue parole non riesco a resistere, la mia lista si allunga ed è anche colpa tua! Scherzi a parte, non vedo l'ora di leggere questo romanzo. Al male del mondo non ci si può sottrarre :)

    RispondiElimina
  12. Prima o poi devo leggerlo McEwan, che al cinema mi ha dato grosse soddisfazioni.
    Quante promesse fatte quest'anno agli autori...

    RispondiElimina
  13. Nemmeno io ho mai letto nulla di McEwan, più che altro perché non sono mai stata incuriosita dai titoli abbastanza da convincermi a comprarli. Questo invece non appena ho letto la quarta di copertina ho pensato "Devo leggerlo".
    Per il momento è ancora in attesa (i libri da leggere sono così tanti!) ma questa recensione mi ha ricordato come mai mi aveva colpita così tanto :)

    RispondiElimina
  14. Di McEwan ho in libreria Espiazione, ancora da leggere. Questo però è stuzzicante, sia per la trama che per il numero esiguo di pagine, oltre che per la tua opinione positiva. Baci!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Espiazione, se trovo il coraggio, devo leggerlo.
      Il film mi ha annientato. Un bacione.

      Elimina
  15. Espiazione l'ho abbandonato,stremata.
    Quella giornata interminabile ha fiaccato i miei nervi.
    Questo mi intriga ma temo tantissimo lo stile impeccabile ma troppo cerebrale dell'autore.
    Chissà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, vedi?
      Io ho paura che leggendo Espiazione smetterò di amare (e odiare) quella storia che, complice il film, non scordo più.

      Elimina
  16. Attendevo la tua recensione e me la sono persa! Rimedio subito. E' sempre un piacere leggerti e lo è ancora di più sapere che hai apprezzato il vecchio Ian! Come Bianca, ti aspetto per Espiazione. ;) (E per Chesil Beach). A presto!

    RispondiElimina
  17. Aiuto... agghiacciante...
    Espiazione anni fa non mi piaciuto ma non avendolo finito non posso giudicare, forse dovrei riprendere da lì.
    Mi hanno consigliato prima di questo La ballata di Adam Henry.
    Devo rifletterci conscia del fatto che la tua analisi è accattivante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pare che Nel guscio non sia uno dei suoi romanzi più indispensabili, ma questo passava il convento (anzi, la biblioteca). :)

      Elimina
    2. Eh le occasioni vanno afferrate! Allora inizio dagli altri due.

      Elimina