mercoledì 8 giugno 2016

Recensione: La ragazza delle fragole, di Lisa Stromme

Il cielo è in fiamme. Abbiamo paura di tutto ciò che ci circonda, di questo mondo. Perché se ci separano, non c'è nient'altro che dolore. Le nostre anime urlano. Devo andare da lui.

Titolo: La ragazza delle fragole
Autrice: Lisa Stromme
Editore: Giunti
Numero di pagine: 318
Prezzo: € 14,00
Sinossi: Norvegia, 1893. Nel pittoresco villaggio di Åsgårdstrand, che si affaccia sui fiordi del Mare del Nord, a qualche chilometro da Oslo, molti artisti trascorrono le vacanze estive. A pochi passi dal mare c’è anche la piccola casa di Edvard Munch, il pittore “malato” che la comunità locale guarda con grande sospetto. Nonostante il divieto di rivolgergli la parola e di contemplare le sue tele, la piccola Johanne non resiste, e ogni volta che viene mandata a raccogliere le fragole da vendere ai turisti, si intrattiene con il giovane artista. È proprio la pittura e il mondo dell’arte ad affascinarla e Munch sembra l’unico ad averlo intuito e a incoraggiarla in quella direzione. L’estate di libertà di Johanne finisce però quando sua madre la manda a servizio da una delle famiglie più in vista del luogo, per tenere compagnia a Tullik, una ragazza di qualche anno più grande di lei. Ed è così che Johanne sarà testimone di un evento sconcertante: tra Tullik e Munch scoppia una passione febbrile e pericolosa. Un sentimento tanto impetuoso quanto osteggiato che sconvolgerà la vita delle due ragazze fino a mettere in pericolo le stesse opere di Munch. 

                                          La recensione
La verità può apparire spesso volgare, non è così? E a volte le bugie brillano come splendide stelle.”
Ho sempre avuto la passione per il disegno. Ma leggere, per via dell'incostanza e del poco tempo libero, è l'unico verbo che coniugo sempre e solo al presente. Per il resto, disegnavo. Bambino affascinato dal Grandi Speranze post-moderno di un giovane Cuaròn, quel Paradiso Perduto in cui l'altera Estella posava senza veli per un Pip innamorato perso, ho riempito fogli e fogli di scarabocchi, per un periodo; al liceo, avrei frequentato volentieri l'Artistico, se l'Artistico non avesse avuto, al tempo come adesso, la cattiva fama che ha dalle mie parti. Ho studiato Storia dell'arte alle superiori, in compenso, poco ma appassionatamente, e sarà proprio Arte contemporanea uno degli ultimi esami che, entro l'anno, si spera, darò all'università. Avevo apprezzato ma non troppo la trasposizione cinematografica di La ragazza con l'orecchino di perla, di cui ho il romanzo in lista da una vita o forse due, e lo scorso autunno vi avevo già parlato di questo mio vecchio hobby, di un adolescente che andava in crisi coi ritratti, quando doveva ultimare gli occhi, complice la seconda fatica dell'amica Francesca Diotallevi – Amedeo je t'aime, lo sapevate?, arriverà presto anche a teatro. Giorni caldissimi, di promemoria e tuffi nel passato, se al mare non ci si può accostare proprio, questi in cui ho letto La ragazza delle fragole. Un romanzo d'esordio di un'autrice inglesissima, nonostante il cognome, che mi è arrivato a sorpresa, ma nel momento propizio. Storia di Edvard Munch, progenitore dell'espressionismo, e della sua musa dall'identità incerta, è ambientato nel cuore della bella stagione. In Norvegia, per fortuna, i climi sono più miti e i paesaggi più accattivanti, e Lisa Stromme è lì che ci porta: l'esordiente, infatti, ha una prosa bellissima, uno spirito libero e una storia che, vera o presunta che sia, fa viaggiare. Me ne sono stupito, nelle prime cento pagine in particolare. Quando, incerto se intraprendere questa lettura non programmata oppure no, io che non sono un grande estimatore dei romanzi storici, soppesavo il romanzo tra me e me. Quando immaginavo che di Munch, mai stato, infatti, nemmeno un estimatore delle sue opere, non m'importasse poi molto.
Scorrevole, sottilmente seducente, istruttivo, La ragazza delle fragole è la storia di una quindicenne che d'estate, per sottrarla dalle distrazioni e dal corteggiamento spietato del pescatore Thomas, viene mandata come domestica a casa di una ricca famiglia di villeggianti. Le colleghe sono severe, i pradroni gente per bene e le loro figlie - due in età da marito e la terza già accasata, nonostante una relazione scandalosa – sono stranamente amichevoli nei confronti di Johanne, che raccoglie bacche mature tra i cespugli, ha fatto da modella a un pittore stimatissimo e, soprattutto, non teme l'uomo nero che vive in una capanna in mezzo ai boschi. La protagonista, infatti, è amica del famigerato Munch, ma nessuno deve saperlo: le ha regalato un libro di Goethe, le permette di pasticciare nel suo studio e la lascia ammirare i dipinti messi ad asciugare in giardino. Gli stessi che, in paese, si dice siano opera del demonio: le ombre affilate, le creature fantastiche, i colori che paiono sbagliati. Impotente, Johanne assisterà al nascere e al morire della relazione tra l'artista maledetto e la malleabile Tullik, a cui fa da cameriera e accompagnatrice. La gente chiacchiera e complotta, però, e l'estate non dura che qualche mese appena. Cosa succederà dopo? Cosa succederà, quando quell'amore proibito e scandaloso finirà di bocca in bocca, amplificato come un urlo? Mentre Munch lavora al suo capolavoro – su un fiordo, c'è un uomo senza faccia con le mani premute sulle guance, che un po' somiglia al pittore stesso e un po' alla sua addolorata amante -, Johanne ci racconterà di loro e di sé. 
Un lui imperscrutabile, misterioso, perso nel suo mondo delirante. Una lei infantile, viziata: pazza d'amore. In mezzo, una ragazza che guarda, cela, fa da filtro: dare a Johanne il ruolo della narratrice, ho trovato, è stato il compromesso perfetto. Fa da messaggera, lei, e da moderatrice. La ragazza delle fragole, così, diventa una storia d'amore vissuta dall'esterno: senza sospiri di sorta, ma piena di fascinazione. Tanto, ho letto nella postfazione, è però lavoro più di fantastia che di una filologica ricostruzione storica. Cambia qualche data, ai fini della narrazione, e alcuni personaggi sono fittizi: attori. C'è stata una ragazza delle fragole, sì, ma non è mai esistita una Johanne, domestica adolescente con il sogno dell'arte e il dono della sinestesia. Ecco il “ma”, allora: al posto della Stromme, parlandosi di immaginazione, avrei immaginato per i due personaggi femminili qualcosa di... più. La passione per Munch dà febbri altissime. E' cosa di famiglia; un contagio. E lo stile, ricco e spezzettato all'occorrenza, evoca donne che fuggono dalla propria ombra, boschi come nidi d'amore, tane di artisti misantropi. Una doppia natura, un duplice volto. A tratti, fresco e solare: piacevolissimo. A tratti, perfino inquietante. 
La ragazza delle fragole, lettura perfetta in questo periodo dell'anno, dura un'estate e un po' di più. Biografia romanzata su capolavori che urlano in piena notte, sotto le assi del pavimento, e amori strozzati che reclamano attenzione, dimenticati per tutta la vita nel doppio fondo di un armadio. Eppure, indimenticati.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Tori Amos – Siren

17 commenti:

  1. La recensione è bella, ma il libro continua a non convincermi.
    Ciao da Lea
    P.S: Scusa, non c'entra....ma finalmente ho visto due episodi di Penny Dreadful e ne sono entusiasta! Lo scrivo a te perchè la curiosità è nata leggendo i tuoi post.

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  2. Questo libro mi ispira sin da quando l'ho visto in libreria e ora finisce dritto dritto in wishlist, tanto il compleanno si avvicina e così evitiamo di far fare gaffe ad amici e parenti, no?! Tu, però, prometti di recuperare quanto prima la lettura de "La ragazza con l'orecchino di perla", che è uno dei romanzi più belli che io abbia letto!

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  3. Recensione come sempre bellissima e convincente! Avevo adocchiato questo romanzo tra gli acquisti de "La Libridinosa", ma leggere la tua recensione mi ha incuriosita ancora di più. Mi sa che la WL si allunga :)
    A presto, Anna

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    1. Libridinosa che lo ha acquistato in ebook e ora vuole il cartaceo a tutti i costi!

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    2. Nel mio caso, Anna, una bella sorpresa davvero. Non (me) lo aspettavo. Peccato per la discutibilissima veste grafica che, se non lo avessi già, il cartaceo non me lo farebbe desiderare troppo :-/

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  4. Bene, finisce anche questo in WL. Forse per l'estate del 2017 ce la faccio!

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  5. Mmm... no. Non mi ispira...
    Mi sa che è troppo artistico e retrò per me...

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    1. Ahahahah, penso di sì!
      Magari fanno il film. Su Munch, a parte uno vecchio-vecchio-vecchio, latitano...

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  6. Concordo sulla veste grafica estremamente triste ç_ç Però il libro finisce in wish list :D

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    1. @Ari, mi sembra il tuo genere. Poi, nel disegno, sei bravissima. :)
      @Nunzia, potrebbe rivelarsi una bella lettura, anche nel tuo caso.

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  8. Ciao!!
    È da un po' che osservo il tuo Blog... Giro, leggo le recensioni e alla fine di ognuna penso sempre la stessa cosa: hai la scrittura nel sangue!
    È impossibile non essere travolti e coinvolti dal modo in cui parli dei libri.
    Ho quindi deciso di diventare tua lettrice e seguire ufficialmente il tuo Blog ;)

    Ps
    Questo romanzo finisce subito nella mia lista! :D

    http://stoffedinchiostro.blogspot.it/?m=0

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    1. Ti ringrazio, Jasmine. Da oggi, ti seguirò anch'io. :))

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