Trovarsi rimane una magia, ma non perdersi è la vera favola.
Autori:
Massimo Gramellini, Chiara Gamberale
Editore:
Longanesi
Numero
di pagine: 200
Prezzo:
€ 16,00
Sinossi:
Gioconda
detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle
spalle, un'anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un
unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e
disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a
distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di
San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto
all'angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il
coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive
anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa
una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone, ha una
storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non
si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce
così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che
coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che
indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di
ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce
dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la
testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando
è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà
messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che
sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
La recensione
"Che ci faccio con i miei libri, se non c'è Leonardo che si addormenta vicino a me e russa prima piano e poi forte, mentre leggo? Ma che ci fa lui, con i miei libri, se ormai ha deciso e se ne sta, per sempre lontanissimo, in quel lì che un tempo era il nostro qui?"
I bilanci, i resoconti, gli esami di coscienza. Si fanno a San Valentino, quando non si dovrebbe stare soli, eppure è così che vanno le cose. Catastroficamente. L'amore è finito e, nel giorno della festa degli innamorati, ti chiedi di chi sia la colpa - tua, sua, vostra, nostra? - nella stanza da letto che i tuoi nonni divisero per sessant'anni, tra vestiti da sposa impolverati, cassetti che comunicano con l'eterno, sos che aprono finestre celesti per Chissà Dove. I bilanci, i resoconti, gli esami di coscienza, invece, io li faccio guardando un calendario a cui resta una pagina soltanto. Sopra, quella pagina, ha i segni delle penne che, sulle pagine precedenti e nei mesi precedenti, hanno scarabocchiato segnacci rossi sui giorni d'esame, un asterisco sui giorni belli, una croce sui giorni brutti. Sulla pagina di dicembre si vedono le orme di quello che ho fatto, le cicatrici di trecentosessantacinque giorni (meno ventotto, però, perché oggi è tre; quindi quanto fa?) passati. Vediamo. Mi dicono che con gli occhi e la testa ho letto un po' di libri. Un po' più degli altri anni, quando non c'erano gli esami. Tra i manuali e le dispense, però, mi sono goduto anche tanti romanzi e ho parlato a voi di tutti tutti, nessuno escluso. In mezzo a questi, ed esclusivamente nella categoria belli, anche se oscillanti spesso verso la bella categoria boh, più di qualcuno portava la firma di Chiara Gamberale. Un'autentica scoperta di serenità, la sua compagnia. Parlavo di Fabio Bartolomei, l'altro giorno, di angeli e Lezioni in paradiso e dicevo così, per scherzo, che un'amica o due avrebbero dovuto avere le percentuali sulle vendite: ne parlavano sempre, tanto, e a tutti. Con me è successo lo stesso con Chiara che, coincidenza curiosa, questa volta torna e pure parla di angeli. Di angeli, con gli angeli. Il suo amico alato si chiama Filèmone, non puoi vederlo, e ha la voce di Massimo Gramellini: lo conoscevo di fama, lui, ma l'ho incontrato per la prima volta qui. La Gamberale ci ha presentati. Con lei, l'autore di Fai bei sogni scambia lettere, creando una magica storia epistolare.
I bilanci, i resoconti, gli esami di coscienza. Si fanno a San Valentino, quando non si dovrebbe stare soli, eppure è così che vanno le cose. Catastroficamente. L'amore è finito e, nel giorno della festa degli innamorati, ti chiedi di chi sia la colpa - tua, sua, vostra, nostra? - nella stanza da letto che i tuoi nonni divisero per sessant'anni, tra vestiti da sposa impolverati, cassetti che comunicano con l'eterno, sos che aprono finestre celesti per Chissà Dove. I bilanci, i resoconti, gli esami di coscienza, invece, io li faccio guardando un calendario a cui resta una pagina soltanto. Sopra, quella pagina, ha i segni delle penne che, sulle pagine precedenti e nei mesi precedenti, hanno scarabocchiato segnacci rossi sui giorni d'esame, un asterisco sui giorni belli, una croce sui giorni brutti. Sulla pagina di dicembre si vedono le orme di quello che ho fatto, le cicatrici di trecentosessantacinque giorni (meno ventotto, però, perché oggi è tre; quindi quanto fa?) passati. Vediamo. Mi dicono che con gli occhi e la testa ho letto un po' di libri. Un po' più degli altri anni, quando non c'erano gli esami. Tra i manuali e le dispense, però, mi sono goduto anche tanti romanzi e ho parlato a voi di tutti tutti, nessuno escluso. In mezzo a questi, ed esclusivamente nella categoria belli, anche se oscillanti spesso verso la bella categoria boh, più di qualcuno portava la firma di Chiara Gamberale. Un'autentica scoperta di serenità, la sua compagnia. Parlavo di Fabio Bartolomei, l'altro giorno, di angeli e Lezioni in paradiso e dicevo così, per scherzo, che un'amica o due avrebbero dovuto avere le percentuali sulle vendite: ne parlavano sempre, tanto, e a tutti. Con me è successo lo stesso con Chiara che, coincidenza curiosa, questa volta torna e pure parla di angeli. Di angeli, con gli angeli. Il suo amico alato si chiama Filèmone, non puoi vederlo, e ha la voce di Massimo Gramellini: lo conoscevo di fama, lui, ma l'ho incontrato per la prima volta qui. La Gamberale ci ha presentati. Con lei, l'autore di Fai bei sogni scambia lettere, creando una magica storia epistolare.
Pubblica la Longanesi. E'
Chiara colei che viene ospitata, Massimo ormai è di casa. Mi sento
di chiamarli per nome, come due amici, e mi sento di dire che a me è
piaciuta di più lei, sarà che lei mi piace sempre. Ma onestamente.
Fresca, spumeggiante: lei la riconosci. La sua Gioconda è un casino
e ha tagliato i ponti col suo Leonardo prima che potessero creare
capolavori di bambini e pensare a capolavori di mete condivise. Lui,
invece, è astratto, poetico, etereo e saggio. Scrive belle frasi e
sa ricercare l'aforisma perfetto in un mondo di amori imperfetti, ma
io il linguaggio degli angeli e quello dei poeti non sempre lo
capisco. Mi piace il suono che fa. Ha il ritmo di una canzone. Ma io
sono un disastro e delle canzoni, a un primo ascolto, non faccio caso
al testo. Batto il tempo coi piedi e mi faccio convincere la volta
dopo, quando la radio tornerà a far sentire il brano. Gramellini ha
il ritmo e anche i contenuti, indubbiamente, ma una forma, tutta
suoni e palpiti, che mi distraeva un po'. A coloro che sono più
sensibili alla melodia, al contrario, dovrebbe incantare. Chiara,
invece, ha il profilo storto dell'angelo custode che vorrei. Un
angelo più confuso e indisciplinato di me, con un'ala stropicciata.
Non so, in caso, chi custodirebbe chi. Lei scrive sempre la stessa
storia, sempre con gli stessi personaggi: come lei sa. Le sue
creature – le donne melodrammatiche e gli uomini Ipad, i parenti
nevrotici e i mariti che a volte ritornano, le maestre e i guru
orientaleggianti – parlano tra loro, come nel cinema di Ferzan
Ozpetek. Si ripetono i nomi, si ripetono i ruoli. Tutta la
bibliografia di Chiara non è che un lungo, ininterrotto romanzo di
gente media con un sentire poderoso: XXL. Fotografa le loro facce e i
loro talismani, sviluppa i rullini, mette ad asciugare le stampe su
una corda sfilacciata, insieme ai calzini a righe rosse.
Volteggiano, intorno, le piume di un Gramellini lieve, impalpabile,
candido che, come un attore in un monologo che gli sta a
pennello, dà consigli e perle, incarichi e istruzioni per l'utilizzo della felicità, senza mai uscire dal suo personaggio di guida
spirituale e grillo parlante. Parla all'imperativo, ha una risposta
per ogni domanda. Ma è quando si rivela nostalgico come tutti i
mortali che, per me, sfiora, non dico tocca – perché non ha mani,
solo energia pulsante –, le corde giuste. Quell'angelo suonava il
violino e sapeva perdonare il tradimento, prima di imparare a volare. Avrò cura di te è
un racconto sotto l'albero di Natale che suona come una promessa. Ci
ho iniziato insieme la settimana, e perché non iniziarci l'anno
nuovo? Ce l'ho avuto sulle ginocchia in treno, col sole che sorgeva
fuori. Mettendolo via solo nei tratti scuri, in galleria. Negli
attimi in cui le luci, lente, non erano pronte ad accendersi a comando e potevo
immaginare che alla fine del tunnel nella montagna ci fosse il sole.
Mica la pioggia. E però c'era quella. Quella pioggerellina leggera, da
primo dicembre, che rende le strade sapone e le mie Puma bianche
immondizia. Ma con Avrò cura di te accanto è stato comunque
un buon risveglio: nonostante tutto. Nonostante un Gramellini che inizialmente si lascia
andare poco, impettito per colpa del ruolo di guru e del dono delle ali; nonostante la pioggia.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Avril Lavigne - Keep Holding On
di gramellini mi piacciono gli editoriali.
RispondiEliminasulla lunga distanza dovrei però verificarlo...
Io ho l'impressione che sulla lunga distanza, come dici tu, neanche altrove mi colpirebbe troppo in positivo. Non so, forse non fa per me, anche se è bravo e piace. La collega, invece, è un peperino. I suoi libri sarebbero perfetti per il cinema. :)
EliminaCiao :-)
RispondiEliminaVergogna su di me!!! Non ho letto ancora niente né di Gramellini né di Gamberale :">
Non so perché abbia questa reticenza... c'è qualcosa che mi tiene lontana da loro, ma devo rimediare, magari partendo proprio da qui?
ciaoooooo
Magari sì, almeno vedi chi dei due preferisci. Io lei, di gran lunga, ma di Massimo voglio leggere altro.
EliminaCiao a te :-)
Aspettavo il tuo parere su questo libro, visto che anch'io seguo Chiara "quasi ovunque".
RispondiEliminaSperavo Gramellini la esaltasse ancora di più, ma di suo non ho letto nulla quindi non avevo idea di cosa aspettarmi.
Se mi dici che Chiara è sempre la nostra solita cara Chiara allora non posso farmelo scappare!
Come sempre leggerti è un vero piacere ;)
Grazie, Michy!
EliminaIo credo che lo regalerò alla mamma per Natale, lei adora sia Gramellini che la Gamberale.
RispondiEliminaGrazie per la recensione ;)
Splendida idea regalo ;-)
EliminaNon sono ancora riuscita a leggere niente ne di Gramellini ne della Gamberale.. Dici che questo potrebbe andare come inizio?
RispondiElimina(non si nota vero che sto recuperando gli ultimi post che hai fatto e che mi ero persa? xD)
Ahahah, ho avuto un'invasione di commenti tuoi, in effetti :-)
EliminaLe loro voci sono perfettamente distinte, ma non so... A me è piaciuto meno degli altri di Chiara. Non posso parlare, però, di Gramellini: sono privo di altri mezzi di paragone!
Ho letto Fai dei bei sogni di Gramellini e mi ha travolto completamente, leggerò anche questo a breve
RispondiEliminaho letto tutti i libri della Gamberale, ma ha iniziato negli ultimi 2 testi a fare un giochetto che non mi piace affatto...il copia e incolla con idee e frasi riuscite dei suoi libri passati, questo non l'ho letto, l'ho trovato al supermercato in mezzo ai panettoni e sarà che quest'anno avevo poco spirito natalizio, mi ha lasciata indifferente, voglio ricordarmi e ricordarli quando andavo nelle librerie sotto casa e lei scriveva libri come "color lucciola".adieu.
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