Ciao
a tutti, amici! Dopo una settimana d'assenza, torno per parlarvi
delle prime cinque stelle assegnate in questo 2014 appena cominciato.
Per recensire un romanzo meraviglioso, che non ha bisogno di
presentazioni e da cui, quasi due anni fa, è stato tratto un film
che vedrò presto, finalmente. Parlare di Venuto al mondo non
è facile, sarà che Margaret Mazzantini non è un'autrice facile. Ho
fatto quello che potevo, ma avrei voluto riportarvi interi passi del
romanzo: io non sono solito sottolineare i miei libri, ma, se usassi
un evidenziatore ogni volta, il romanzo della Mazzantini sarebbe
tutto un colore. Come quella copertina tanto significativa. Vi auguro
una buona lettura, quindi, e fatemi sapere cosa ne pensate - se
conoscete l'autrice, se avete visto i film tratti dai suoi scritti.
Un abbraccio e a presto, M.
Quanta
vita c'è in quella guerra?
Quanta
morte c'è in questa pace?
Autrice:
Margaret Mazzantini
Editore:
Mondadori
Numero
di pagine: 530
Prezzo:
€ 14,00
Sinossi:
Una
mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di
oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo,
città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora
vicino. Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico,
fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi
invernali del 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita,
Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di
questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano
oggi invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore
appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di
una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di
una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si
addentra nella placenta preistorica di una guerra che mentre uccide
procrea. L'avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti
noi, perché questo è un romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra.
La pace è l'aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi,
perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna
che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa.
L'assedio di Sarajevo diventa l'assedio di ogni personaggio di questa
vicenda di non eroi scaraventati dalla storia in un destino che
sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Un romanzo-mondo,
di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematico come
una parabola.
Mi sono seduto sulla tavoletta del water perfettamente chiusa e ho aspettato l'infinito, guardandomi i piedi scalzi, pensando. Credo che fosse il primo liceo e credo che fosse Ariosto: ricordo con certezza di non ricordare bene. Si parlava di struggimenti d'amore, nobili contese, affronti e galantuomini pazzi incapaci di piangere: erano tanto forti i sentimenti provati dal protagonista da non riuscire a trovare una via di fuga tra lo sterno stretto, la cotta di maglia opprimente, la faretra pesante. Orlando – se di Orlando si trattava – non riusciva a imporre una graduatoria ai suoi dolori: a dare il primo posto al tradimento, il secondo alla disfatta, il terzo all'orgoglio ferito. Perciò duellavano, facevano invano a gara per emergere, si annullavano senza saperlo. Dopo una storia come Venuto al mondo ti senti un po' così: dilaniato, esaurito, emotivamente costipato. Senti di non sapere a quale sentimento dare la precedenza, ma sai che qualsiasi emozione arriverà prima – che si tratti di compassione o amore, sofferenza o vergogna non importa più – ti farà male, ti trancerà le gambe, come un pirata della strada con un cieco in mezzo al traffico. E non parlo di cuori spezzati, singhiozzi affranti, trascurabili fitte. Leggi Venuto al mondo e pensi che un calcio nelle palle t'avrebbe fatto meno male. L'autrice colpisce dove sa strapparti un urlo, una bestemmia, il fiato. Al centro della mascolinità, nel primordiale segreto del divenire padre. Fa un male cane e, se sei uomo, ti toglie la virilità. Anestetizza la tua identità, nega il cromosoma sbagliato che ti rende quello che sei. Ti fa sentire donna, ti fa sentire mamma. Io e Margaret Mazzantini avevamo una questione in sospeso chiamata Non ti muovere: quella bella signora dagli occhi blu, infatti, d'impatto, non mi era stata simpatica. Ero il lettore imperfetto io, ed ero in quell'età sospesa e ingenua in cui i pensieri più brutti e vili di un uomo mi sembravano alieni. Io che, ancora piccolo, conoscevo giusto quelli del mio papà. L'ho riletta adesso – con il diploma del liceo appeso al muro, la patente nel portafoglio e una certa maturità aggiunta – e abbiamo fatto la pace e la guerra, sotto il fuoco incrociato delle sue parole d'acciaio arrugginito. Io ero Pietro. Io ero suo figlio. La sua prosa, un grembo materno: buio, misterioso, avvolgente, grande, caldo. Una casa che resiste, con il ritratto di Tito al muro e pentole in cui nuotano pesci rossi scacciati dal loro acquario frantumato, ai bombardamenti. Margaret ha uno stile corposo, purulento, meravigliosamente ricco, che si spezza ora in una poesia dai versi sciolti, ora in una lettera improvvisata, ora in una pagina di un diario d'ossessione.
Ha il naso per percepire l'odore intenso delle spezie e della carne arrosto e un fetore acre che sa di formiche bruciate; ha la bocca per baciare, urlare contro un Dio che forse è morto, dire una verità scomoda; soprattutto, ha gli occhi, occhi che immortalano quello che non dimenticherai mai. Cose brutte e cose belle in un rullino fotografico lasciato alla polvere. La Mazzantini vive d'amore e di guerra e va in cerca di vita, in mezzo a quella morte inspiegabile che gela il sangue. Oscilla, affascinante, su un'altalena librata sugli opposti: a tempi alterni, la testa rivolta verso il confine della fine e i piedi verso il tunnel di una nuova nascita. Spia i movimenti di vittime innocenti dal mirino del fucile di un cecchino; qualche volta fa fuoco, qualche volta è clemente e ti salva la vita. Costruisce il passato di una famiglia mancata attraverso ecografie piene di ovuli ciechi e figli che, forse, non dovevano venire. La superba storia d'amore tra tre destini e una città maledetta dalle stelle. Sarajevo ha il nome di un tango. Sarajevo – schifosa, suggestiva, unica - è gelosia e passione, morte e vita. Sarajevo, che potrebbe essere il nome di un transessuale triste con il trucco sciolto e l'attesa di un cambiamento “contronatura”. Tutte le strade, nell'arco di trent'anni, portano e riportano Gemma, Diego e Gojko lì, dove la guerra e una Madonna punk hanno generato Pietro – estroverso, moderno, ruvido, un'adolescenza pronta a sbocciare.
Il
mio voto: ★★★★★
Il
mio consiglio musicale: Fontana di Sarajevo – Eduardo Cruz
Wow Michele che bella recensione! :)
RispondiEliminaIo l'ho letto un po di tempo fa ma ricordo perfettamente che mi ha straziato il cuore!
Grazie mille, Ilaria. La sensazione è quella: ricordi perfettamente, sì :)
Elimina*__________*
RispondiEliminaE io adesso cosa devo dire???? Brividi ovunque per una recensione assolutamente splendida!!!!
Chissà se leggerò questo libro...
Ho paura adesso...paura di non trovare questo mondo meraviglioso che tu hai saputo descrivere con così tanto amore!
Complimenti Mik, e te lo dico con il cuore!!!
Ma il tuo libro???? Quando lo scrivi???? ;)
Grazie, Daniiii *__*
EliminaDevi leggerlo. Poi, da mamma, lo capirai sicuramente meglio di me.
Ci proverò!
EliminaA me in realtà era piaciuto da morire anche Non ti muovere! Facevo l'università quando l'ho letto e ricordo di essere andata al cinema a vedere il film con le mie amiche non appena è uscito al cinema! Ho trovato tutto perfetto... Il libro, il film, la colonna sonora (un senso)! Sono quei libri o film che ti prendono se visti al momento giusto!
Che bella recensione... come sempre :)
RispondiEliminaSe mi capiterà l'occasione, lo leggerò volentieri :)
ps,. provo a guardare anche il film :)
Lo guarderò stasera.
EliminaSarà molto bello. Di certo non sarà altrettanto intenso, ma la storia è quella: ed è così bella che renderà bene anche sullo schermo!
Ommioddio questo libro....l'ho amato e adorato e divorato e pianto, pianto, pianto! Stupendo!
RispondiElimina:3
EliminaChe bellissima recensione, questa sì che mette i brividi!
RispondiEliminaDella Mazzantini ho letto solo 'Nessuno si salva da solo': un pugno nello stomaco, forte e crudo. Mi ha lasciato un po' intontita, in effetti... però dopo questa recensione mi sa che ci riprovo! Ma quanto ci piacciono i libri che fanno male?!
Tanto, Fra: ci piacciono tanto! Su Nessuno si salva da solo ho letto cose positive e cose negative. Quella di Venuto al mondo, senza dubbio, è la più universale delle storie della Mazzantini: troppo bella e sincera per non piacere. Se l'intontimento di cui mi parli è, in parte, positivo... be', lo metto in lista :3
EliminaCiao Mik!
RispondiEliminaHo questo libro in wishlist da un bel po' di tempo (e quando mai!), ma non sono ancora riuscita a procurarmelo (tanto per cambiare!).
Probabilmente me lo regalerò una volta finita questa maledettissima sessione d'esami :3
Comunque, probabilmente ti sarai pure scocciato di sentirtelo dire, ma questa recensione è bellissima. Mi ha quasi commosso, e non è che io sia proprio una sentimentalona.
(...forse un po' :D).
Grazie mille, Mel! Regalatelo, e buono studio.
EliminaBrava, che mi dai il buon esempio: da domani mi metto sotto. Forse.
:P
Stupenda recensione Mik ;)
RispondiEliminaIl libro è da moltissimo tempo che voglio leggerlo, penso da quando ho visto il film a una assemblea scolastica. Mi è stato detto che il libro è cento volte superiore, ma a me la trasposizione cinematografica è piaciuta un sacco! :D
Ho visto il film in questi giorni: senza aver letto il libro, soprattutto per essere un film italiano, l'avrei trovato bellissimo. Grandi attori, una colonna sonora da brivido, una storia importante. Nella recensione del film che prossimamente pubblicherò, però, ho scritto che - come sempre capita - il libro è un'altra cosa. Mi dispiace che lo leggerai sapendo già tutti i colpi di scena, ma l'intensità della Mazzantini... be', è una bomba :)
EliminaSì, infatti sto aspettando il più possibile a leggere il libro per dimenticarmi più dettagli possibili del film, così da assaporarmi in miglior modo il romanzo :)
EliminaSono di parte, bellissima recenzione
RispondiElimina* recensione
Elimina*__* che recensione stupenda!
RispondiEliminaNon ho letto mai nulla di Margaret Mazzantini, ma ho in lista alcuni suoi libri, tra cui Venuto al mondo e Non ti muovere. Primo o poi toccherà anche a loro :)
Ti consiglio di dare la precedenza a questo *-*
EliminaRecensione bellissima *.* non ho letto il libro ne visto il film.... Mi sembra che quest'ultimo sia piaciuto molto...quindi chissà il romanzo :P
RispondiEliminaSpero che avrai modo di leggerlo, Francy :))
EliminaHo letto il libro appena uscì nelle librerie. Il film, invece, non l'ho mai visto. Ho temuto che non mi sarebbe piaciuto, come non mi era piaciuto Non ti Muovere dopo averne divorato il libro.
RispondiEliminaVenuto al Mondo mi ha fatto un effetto devastante, di quelli che ti colpiscono dentro e poi ti strappano le viscere. Non rileggo mai i libri 2 volte, è un po' una costante nella mia vita. Ma questo non lo rileggerei a priori, per paura di quella angoscia, di quelle parole che ti scavano, tirano a forza, strappano.
Concordo pienamente.
EliminaIl film, se ti capita, vedilo. E' molto in linea con la trama - la Mazzantini figura anche nelle vesti di sceneggiatrice, dopotutto - ma non riesce ad averne la potenza devastante. Non penso, tuttavia, che - con un libro del genere - si potesse fare di meglio.
Non lo conoscevo finché non hai detto che è il tuo libro preferito e ovviamente finisce in lista accanto a Doctor Sleep, appena posso me li accaparro tutti e due :)
RispondiEliminaSono pronta a farmi sbudellare il cuore dato che è già sbudellato parzialmente se non del tutto dalla tua recensione.
Oh, grazie, Elena: è un onore averti fatto del male * risata melefica *
EliminaSì, prendilo, per forza. E io devo avere Doctor Sleep: me lo regalo per festeggiare il primo esame. Come va, va!
è un libro stupendo... ti consiglio anche il film: non delude le aspettative!
RispondiEliminaL'ho visto, Federica, ma, per quanto ben fatto, non regge il paragone. E come poteva?
RispondiEliminaDopo "Non ti muovere", comprato da mia madre in uno slancio improvviso, in cui io l'ho seguita inconsapevole, non ho letto nient'altro della Mazzantini. Poi l'ho vista a "Che tempo che fa" intervistata per la promozione a "Splendore" e l'ho sentita vicina, con il suo spiegare la scrittura, il tirare fuori una storia, chiudersi in uno studio e non uscirne, mi ha toccato, mi ha convinto, mi ha illuminato. Poi leggo questa tua recensione, la tua visione di un libro, da ragazzo, da maschio, e mi lasci intendere che ci siano strade inesplorate, che non dovrei essere così chiusa che "Si diventa, così, segni di punteggiatura imperfetti. Feti perfetti. Invece non c'è compostezza, non c'è grazia, non c'è parola che basti a rimetterti al mondo. Lo strazio è una bolla di lacrime concentrata tra fronte e naso, una ruga sulla fronte che prima non c'era. Il dolore pulsa lì, ma non esce: non scorre giù dagli occhi." e io ci sguazzo in situazioni così!
RispondiEliminaE queste due cose mi hanno fatto capire che forse, forse devo davvero darle una seconda chance, come tutte le cose della vita. Complimenti Ink! XD
Grazie per il tuo commento, Anncleire! Anch'io, dopo Non ti muovere, pensavo che tra me e la Mazzantini "non fosse cosa". Fortunatamente, ho cambiato idea. Decisamente. Ma mi ci è voluto tempo. Avevo questo libro in casa dall'aprile del 2012! La Mazzantini, quando è in tv, la trovo veramente ipnotica. Ha un fascino...
EliminaSplendore è nella mia libreria. Dopo gli esami, lo leggerò sicuramente. :)
Parole davvero stupende!! Non ho visto ne il film, ne ho letto i libri, ma ne ho sentito parlare benissimo!!
RispondiEliminaSpero di riuscire a leggere questo bel libro molto presto, poi magari posso guardare il film :)
^^
Eliminanonostante sia stato un libro di gran successo... io ancora non l'ho comprato! dovrò provvedere assolutamente :)
RispondiEliminaHo letto una recensione identica a questa, parola per parola.. non so quale sia la copia dell'altra però.
RispondiEliminaLa recensione è davvero bella e curata, ricca di emozioni. Invoglia a leggere il libro.
Ti assicuro che è la mia. Mi puoi gentilmente indicare dove l'hai letta, così provvedo io? Grazie.
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